LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Accoltellato in auto, Roberto “Rambo” Bolzoni dopo tre mesi attende ancora la sepoltura

Lodi, il delitto di piazza Omegna. La moglie della vittima non è più tornata nella sua casa. Il titolare del ristorante in cui lavora: è ancora turbata. L’arrestato più giovane trasferito da San Vittore a Lodi

Il ritrovamento dell’auto con all’interno il corpo senza vita di Roberto “Rambo“ Bolzoni lo scorso martedì 18 febbraio

Il ritrovamento dell’auto con all’interno il corpo senza vita di Roberto “Rambo“ Bolzoni lo scorso martedì 18 febbraio

Lodi, 18 maggio 2025 –  A distanza di tre mesi, l’attesa dei familiari per la restituzione della salma di Roberto Bolzoni, meglio conosciuto come “Rambo“ dagli amici, prolunga l’agonia del lutto, impedendo la celebrazione dei funerali.

La moglie, una donna cinese, era tornata a lavorare come cameriera nel ristorante di cucina asiatica in zona Martinetta, poche settimane dopo il ritrovamento del 60enne ucciso con 35 coltellate tra volto, collo e sterno. “Sta meglio – spiega il titolare del ristorante – ma è ancora turbata. Vorrebbe sapere la verità. Attualmente è mia ospite perché non vuole tornare a casa”. Le viene difficile ritornare nell’abitazione di via Sanzio dove da più di dieci anni viveva con Roberto, che lei stessa aveva ritrovato riverso in una pozza di sangue all’interno dell’abitacolo della loro automobile, parcheggiata in Piazza Omegna.

L’uomo era dato per scomparso da domenica 16 febbraio quando, dopo la consueta uscita con il cagnolino Messi al punto Snai di Via Villani, non era rincasato. Dopo il ritrovamento, avvenuto il martedì successivo, gli investigatori avevano raccolto, nel giro di pochi giorni, elementi a sufficienza per sottoporre al fermo due uomini: Roberto Zuccotti e Andrea Gianì, zio e nipote di 48 e 29 anni, anch’essi disoccupati e frequentatori del centro scommesse, residenti a Crespiatica e Lodi, al momento detenuti per omicidio volontario e rapina.

Domenica 16 febbraio, i due erano saliti nella Volkswagen di Rambo per essere riaccompagnati all’abitazione del più giovane, in via Luigi Bay. Gli inquirenti erano risaliti a loro grazie ai filmati delle telecamere di via Villani e avevano trovato delle impronte digitali di Zuccotti, che ha precedenti, sull’auto del 60enne. Ancora sotto analisi invece le tracce ematiche rinvenute sulle scarpe indossate da zio e nipote, e sugli oggetti di Bolzoni rinvenuti a distanza di settimane dall’omicidio in via Precacesa, non lontano dall’abitazione di Gianì, che nel frattempo è stato traferito al carcere di Lodi, come racconta il legale Alessandro Corrente.

“Non so quale sia di preciso il motivo ma per il contesto Lodi è decisamente meglio. San Vittore era psicologicamente molto pesante e ha avuto un impatto decisamente negativo a livello fisico e mentale” sul suo assistito, che si è da subito dichiarato innocente ed estraneo ai fatti. Corrente spiega inoltre che “sono emersi alcuni elementi ma stiamo aspettando ancora le ultime analisi dei Ris e altri accertamenti. Penso che poi la Procura avrà elementi anche favorevoli al mio assistito”. Zuccotti invece si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Altri tre uomini tra i 30 e i 40 anni sarebbero invece stati interrogati nei giorni scorsi dopo una perquisizione nelle loro abitazioni. Voci però non confermate dagli inquirenti che stanno seguendo il caso.