CARLO D'ELIA
Cronaca

Cavenago d'Adda, rifiuti in discarica "senza tutele"

Stipulata un’assicurazione con una società di Malta fallita nel 2011

Mario Forti leader del comitato "No ampliamento"

Cavenago d'Adda, 20 agosto 2018 - Rifiuti conferiti senza le corrette fidejussioni. Per tre anni, dal 2011 al 2014, la discarica di Cavenago ha lavorato a pieno regime senza però le tutele in caso di disastro ambientale. La questione è già nel fascicolo della procura di Lodi dal 12 marzo 2015, quando l’impianto era finito sotto sequestro per smaltimento di rifiuti non autorizzati e potenziale inquinamento della falda (il processo penale in tribunale a Lodi inizierà a novembre). Il comitato “No ampliamento discarica”, che dal 2008 segue in prima linea quello che succede nell’impianto della società Waste Italia, proprietaria al 76% di EcoAdda, la srl in fase di liquidazione che ha gestito l’impianto di rifiuti della frazione Soltarico e di cui la Provincia detiene, a propria volta, il 20% di quote (tramite la controllata Eal), ha scoperto l’esistenza di una fidejussione assicurativa siglata da EcoAdda per un importo di 3,6 milioni di euro con Eig Ltd, assicurazione di Malta, che doveva coprire le garanzie finanziarie del conferimento iniziato il 27 dicembre 2007 che si è concluso ad aprile 2014. La società però è fallita nel 2011.

"Per tre anni sono stati conferiti rifiuti nell’impianto senza però le corrette coperture economiche in caso di disastro – dichiara il presidente del Comitato, Mario Forti –. Chi doveva controllare non l’ha fatto. Mi riferisco alla politica locale e provinciale". EcoAdda non ha mai avuto grosse fortune con le fidejussioni. Grossi guai sono legati al fallimento di un’altra compagnia di assicurazioni romena, la Lig Insurance, nel gennaio 2017. Si tratta della compagnia con la quale nel 2014, per ottenere l’ultimo ampliamento, EcoAdda aveva sottoscritto le polizze fideiussorie di 11 milioni di euro a favore della Provincia di Lodi e del Comune di Cavenago. La società che gestiva la discarica, infatti, aveva deciso di lasciare l’assicurazione italiana Ras per avvalersi di una compagnia d’assicurazione romena, già diffidata per aver venduto polizze false in Asia e aver creato problemi all’Ordine dei medici del Veneto. Con quei soldi, il gestore avrebbe potuto avviare i lavori per la messa in sicurezza della discarica di Cavenago. Ora però mancano i soldi per cercare di arrivare a un piano per la post gestione, cioè per avviare le attività necessarie per i prossimi 30 anni, fino a quando i rifiuti potranno considerarsi mineralizzati. Una bomba ecologica che rischia di pesare sui lodigiani. "Nella discarica di Cavenago ora non sono stati fatti interventi di messa in sicurezza - dice Forti –. Per la chiusura dell’ex impianto gestito da EcoAdda servono soldi che al momento nessuno potrà mettere a disposizione. Presto però bisognerà dare risposte. Il Comune di Cavenago sarà il primo a essere interessato. Poi toccherà alla Provincia. Si tratta però di enti pubblici che al momento non hanno disponibilità economiche così forti". Nel fascicolo della procura di Lodi presto finirà anche la questione legata ai fanghi non inertizzati e terre di fonderia che fino a pochi mesi fa sono stati conferiti nella discarica di Cavenago d’Adda. A febbraio uno di questi automezzi, proveniente dal Piemonte, con ben 270 quintali di terra, era finito impantanato nelle campagne vicino alla discarica. E così il Comitato era riuscito a ottenere un campione di materiale che sarebbe dovuto finire nella discarica e lo ha fatto analizzare in un laboratorio. Le analisi sono arrivate a giugno, evidenziando una materiale proveniente da fonderia con forti presenze di piombo, rame e zinco.