Lodi, la protesta delle maestre: "Noi, trattate come spazzatura"

Una trentina di insegnanti in piazza per difendere il posto di lavoro

Il corteo delle maestre con i sacchi neri dell'immondizia

Il corteo delle maestre con i sacchi neri dell'immondizia

Lodi, 13 ottobre 2019 - «Smettete di trattarci come spazzatura». È il messaggio lanciato ieri da una trentina di maestre delle scuole dell’infanzia ed Elementari del Lodigiano e di altre province come Lecco, Novara e Reggio Emilia, che ieri pomeriggio sono scese in piazza nel capoluogo per protestare contro un provvedimento nazionale che prevede il licenziamento di decine di migliaia di insegnanti, sia in ruolo sia assunte con contratti a tempo determinato, a partire da martedì.

Una decisione che coinvolge anche molte docenti con decine di anni di esperienza nella scuola e che impatterà su un anno scolastico già iniziato. Le manifestanti ieri pomeriggio si sono ritrovate nel piazzale della stazione e, vestite con sacchi della spazzatura e munite di striscioni, palloncini e fischietti, hanno sfilato lungo via Dante, viale Dalmazia, corso Archinti, via del Guasto e corso Vittorio Emanuele II per arrivare in piazza della Vittoria. Lungo il percorso hanno distribuito volantini e spiegato la loro situazione, affiancate dal presidente provinciale di Anief Salvatore Mazzurco e dal senatore Luigi Augussori, che si è espresso in questi termini sulla situazione: «Le maestre diplomate magistrali vengono oggi licenziate per colpa di scelte azzardate e spregiudicate dell’allora Governo Renzi, trovandosi improvvisamente senza una cattedra, senza il posto di lavoro che hanno lasciato per accettare l’incarico, e senza un sussidio di disoccupazione (nel caso delle maestre di ruolo che risultano assunte a tempo indeterminato presso un ente pubblico,  ndr ). Il decreto Dignità del 2018, grazie all’azione della Lega in Parlamento, ha risolto molte criticità ma, per una ferma ed esplicita volontà del Movimento 5 Stelle, ha lasciato escluse alcune fasce di insegnanti, le stesse per le quali non si trova soluzione nemmeno nel nuovo decreto del Governo giallo-rosso. Ho assicurato tutto il mio impegno per cercare, con un emendamento dei senatori della Lega, in sede di conversione del decreto, di istituire un nuovo concorso straordinario che permetta a tutta la platea degli insegnanti con diploma magistrale di accedere al ruolo». 

Una vicenda emblematica è quella di un’insegnante della provincia di Novara: «Mi sono diplomata nel 2000 e dopo essermi laureata ho insegnato in una scuola paritaria per 11 anni, dal 2006 al 2017 – racconta – Per approdare nelle graduatorie ho dovuto entrare in una scuola pubblica e, dopo essere stata depennata, ho fatto ricorso, come le altre colleghe che insegnavano nelle scuole paritarie. Il decreto Dignità prevedeva un concorso straordinario cui si poteva partecipare con due anni di esperienza nelle scuole statali, e noi insegnanti della paritaria abbiamo fatto ricorso perché siamo state escluse dalla possibilità di partecipare, pur svolgendo le scuole paritarie una funzione pubblica esattamente come le scuole statali. Intanto però 10mila colleghe nella nostra stesse situazione sono dentro a pieno titolo. La responsabilità è del Movimento Cinque Stelle che, pur professandosi dalla parte dei deboli, ha bocciato qualsiasi proposta di buonsenso proveniente prima dalla Lega e poi dal Pd».