LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Prostituzione, boom nelle case

La questura: parallelamente aumentano gli episodi di violenze

Gli uomini della questura perseguono lo sfruttamento della prostituzione

Lodi, 3 ottobre 2018 - Non la vedi, ma c’è. E ha portato con sè i più recenti crimini efferati: due femminicidi e una rapina con tentato femminicidio nel giro di 5 anni. La prostituzione, grazie all’attività di prevenzione delle forze dell’ordine, non è mai esistita sulle nostre strade. Ma oggettivamente, come conferma anche la Questura, se fino a 15-20 anni fa chi cercava prostitute si recava nel Milanese, oggi, per la diffusione di internet, per le nuove migrazioni, il fenomeno è cambiato ed ora le donne (la prostituzione maschile qui è ancora latente) vendono il proprio corpo in ‘centri massaggi’ e, ancora più diffusamente, in appartamenti in ogni quartiere della città, meglio se residenziale.

Due settimane fa la Squadra mobile ha arrestato per rapina aggravata e tentato omicidio un romeno residente a Varese che era venuto a Lodi per ‘intrattenersi’ con una cinese: il pregiudicato, dinanzi al rifiuto della vittima di consegnargli l’incasso, a luglio aveva scaraventato la donna da una finestra di via Borgo Adda, dove lei esercitava. Lei si è salvata ma è ancora grave. E’ stata massacrata dalle coltellate di un 43 enne lodigiano nell’aprile 2017 la colombiana 65enne che si prostituiva in un appartamento in zona Albarola: lui, condannato a 30 anni, voleva pagare solo 30 euro anziché 50. Era stata stuprata da morta in un motel di San Martino, e poi abbandonata in un campo nel settembre 2013, la 18enne romena strangolata da un 42enne di Arese, condannato all’ergastolo: pochi mesi prima l’assassino prima aveva provato a compiere lo stesso atto a danni un’altra prostituta, sempre nel Lodigiano, ma lei era riuscita a scappare. «C’è una correlazione quasi fisiologica, dove c’è prostituzione c’è anche violenza: le donne temono più i clienti che non la polizia» sottolineano in Questura.

Se il mercato del sesso su strada, dove vengono riversate le nigeriane, può essere arginato, quello via internet, e nelle case, no: basta andare su alcuni siti per trovare, a Lodi, inviti da ‘mani magiche’ o ‘bella massagiatrice corpo a corpo’. Difficile anche scoprire ciò che avviene dietro certe vetrine di centri massaggi: «Noi perseguiamo solo lo sfruttamento della prostituzione: anni fa eravamo riusciti a chiudere un centro a Lodi perché c’era un call center ‘italiano’ che gestiva gli affari – spiegano in Questura –. Tra le cinesi, ad esempio, c’è molta omertà. Lo sfruttatore non ha neppure bisogno di stare lì, le donne non scappano, spesso sono ricattate, devo ripagarsi il vaggio verso l’Italia o hanno dei figli da mantenere. Alcune poi, effettivamente, lavorano da sole, o comunque non abitano qui». A favorire il dilagare del fenomeno c’è stato anche un abbassamento dei costi: dai 20-30 euro in su in strada a poco di più in casa. I clienti? Senza distinzione di età e ceto sociale.