
Lodi, Ospedale Maggiore: presentati i lavori di adeguamento alla emergenza pandemica
Lodi, 15 dicembre 2020 - Il Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore da domenica ha una nuova area centrale “non Covid“ con 5 postazioni/letti e percorsi separati, anche se l’affluenza resta critica, sia per la riduzione dei ricoveri in seguito ai focolai interni, sia per l’accesso continuo di persone, soprattutto molto anziane, con problematiche che, afferma il primario, Stefano Paglia (foto) , "col Pronto soccorso non hanno niente a che fare".
La nuova area, ricavata in parte nell’ex sala d’attesa del Pronto soccorso pediatrico ed ottimizzando gli spazi grazie al lavoro, anche notturno, degli operai coordinati dal dirigente Maurizio Bracchi, è stata consegnata domenica e presentata ieri dal primario: "Con questa nuova zona B centrale, ora abbiamo un Ps suddiviso in 3 aree: questa nuova non Covid, che ci permette di aggiungere al letto di visita, 4 letti di monitoraggio e avere lo spazio per almeno 3-4 persone in più in sala d’attesa, anche in barella, garantendo la distanza minima di 1,5 metri; poi l’area Covid e l’area dell’ex Ortopedia che viene sanificata ogni mattina e usata a seconda delle necessità. Ora i percorsi non si incrociano più. Chi, dall’area B, necessita della Radiologia ‘pulita’ viene portato ai piani più alti tramite l’ascensore esterno. Anche per questo il prossimo lotto riguarderà il taglio di una parete di cemento armato per “aprire“ l’ascensore anche verso l’interno. In totale i posti “lodigiani“ in Pronto soccorso (il numero varia a seconda che siano con barella o no) sono 80 di cui 30 a Codogno, dove i percorsi sono stati separati durante i 104 giorni di chiusura, e 50 a Lodi, ma le soglie di sofferenza sono già, rispettivamente, a 20 e 40 accessi. Raggiunti i limiti ci si coordina col 118 per rallentare o dirottare gli arrivi. Nella prima ondata siamo arrivati anche a 100 persone in Pronto soccorso, ma erano tutte Covid. Ora vorremo tenere le zone separate. Ci attendiamo un calo nelle prossime 2-3 settimane e poi la terza ondata dopo le feste, con la riapertura delle scuole".
Nonostante ciò, nel primo pomeriggio di ieri il Pronto soccorso di Lodi era in soglia “critica“ con 49 accessi, di cui solo una decina Covid conclamati: "Dopo i focolai interni e le sanificazioni, Medicina e, oggi, Cardio-Pneumologia hanno riaperto ciascuna con soli 20 posti letto, per cui i ricoveri sono ridotti – aggiunge il primario dell’Uo di Pronto soccorso (l’intero Dipartimento di Emergenza coi due Ps, reparto sub intensivo e 118 conta 170 persone tra medici, infermieri e Oss) –. Ma il vero problema è che, benché assurdo e incomprensibile, lo scenario pre e post Covid non è cambiato: il Pronto soccorso continua ad essere considerato la prima soluzione, senza capire quanto possa essere pericoloso. Mia mamma è in casa di risposo: se mi chiedessero, per dei problemi, se portarla in Ps, direi di no. O la gente ha una percezione falsata della realtà o mancano le alternative nella medicina del territorio e nella prevenzione". Gli ultimi lavori di adeguamento riguarderanno la riorganizzazione degli spazi nell’area antishock e poi, entro un anno, l’estensione della tettoia di ingresso e l’apertura di una porta esterna verso il futuro pronto soccorso pediatrico.