Tiziano Troianello
Cronaca

Lodi, no del Tar al porto d’armi per difendere l’incasso: “Usi il Pos”

Confermato quanto aveva già stabilito la Prefettura, dopo la richiesta di un commerciante, proprietario di un bar e di una tabaccheria

Porto d'armi

Lodi, 27 ottobre 2023 – Aveva chiesto il porto d’armi spiegando di girare solitamente per Lodi con molto contante derivante dagli incassi del bar e della tabaccheria di sua proprietà e di volersi tutelare da eventuali rapine. Ma prima la Prefettura di Lodi e ora il Tar della Lombardia hanno respinto la sua richiesta.

Anzi, i giudici del Tribunale amministrativo regionale, nelle motivazioni della sentenza, hanno ribadito come l’uomo “può evitare lo spostamento di denaro contante servendosi dei più moderni mezzi di pagamento informatizzati”. Tradotto, “usi di più il pos o altri sistemi informatici di trasferimento dei soldi”.

Il commerciante, che desidera rimanere anonimo, era da tempo titolare di porto d’armi per difesa personale e nella primavera del 2019 aveva chiesto il rinnovo come già avvenuto più volte precedentemente. Si aspettava che tutto sarebbe proceduto come sempre. Invece, all’inizio del 2020, la Prefettura di Lodi aveva detto “no” per due motivi principali.

Innanzitutto in quanto, come riportato in una nota della Questura lodigiana, a Lodi non ci sono motivi di particolare allarme e il rischio di venire rapinati non è per nulla elevato. E, in secondo luogo, perché ormai al giorno d’oggi, "c’è la possibilità di evitare lo spostamento di denaro contante utilizzando i mezzi di pagamento informatizzati”.

L’imprenditore, assistito dagli avvocati Pietro Gabriele Roveda e Luca Lucini, ha allora presentato ricorso al Tar. Ed ora, a tre anni e mezzo, i giudici hanno respinto “sposando” la tesi della Prefettura di Lodi. E ricordando anche che il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che regola la materia, impone che il richiedente il porto d’armi si trovi in un “concreto e ineludibile pericolo di diventare vittima di fatti delittuosi”. La sentenza ricorda anche che “la regola generale è rappresentata dal divieto di detenzione di armi, che l’autorizzazione di polizia può rimuovere in via d’eccezione, in presenza di specifiche ragioni e in assenza di rischi anche solo potenziali”.

"Il Tar della Lombardia è giustamente molto rigido – commenta l’avvocato Pietro Gabriele Roveda –. Secondo me e il collega Luca Lucini che abbiamo seguito il caso c’erano tutti i presupposti per la concessione del porto d’armi che il cliente aveva avuto in passato e per questo motivo abbiamo adito il Tar che tuttavia ha confermato la propria linea dura. Era giusto provarci e pur non condividendola accettiamo la decisione dei giudici con serenità. I giudici hanno compensato le spese proprio in ragione delle buone motivazioni addotte dal ricorrente. In ogni caso non impugneremo”.