
Il polo di San Sisto (Gazzola)
San Rocco al Porto, 3 settembre 2017 - Shopping fantasma. È ormai diventato terra di nessuno a San Rocco il parco commerciale San Sisto. Inaugurato ufficialmente nel 2004, dopo che l’apertura aveva subito diversi rinvii, quello che doveva diventare uno dei luoghi principe dello shopping lodigiano, con forte confluenza dal piacentino, è ormai scarno, privo di punti vendita. Al momento infatti, nei quasi 10mila metri quadrati di superficie disponibili in piazza Ottobre 2000, i posteggi sono occupati generalmente da una decina di auto di giocatori della sala slot e biliardo. Le vetrine dei negozi sono lasciate a sé stesse con la sola Pizzaland che riesce ad animare la zona di sera. Ritmo calzature, Sport Specialist, Joho e Hao Mai, ultimo a chiudere nel dicembre 2016, sono solo alcuni dei marchi che hanno tentato di dare vitalità al polo commerciale senza però trovare alcuna fortuna. Persino i cinesi hanno rinunciato. «Sicuramente un polo nato male – dichiara il sindaco Matteo Delfini -. Faccio anch’io fatica a capire come mai però non sia riuscito col tempo a decollare visto che la posizione è ottima per chi vuole fare spese. Senza alcun dubbio incontrerò la proprietà per capire il da farsi per il futuro anche se al momento per il paese le priorità sono sicuramente altre».
La concorrenza con il vicino Auchan, i cui lavori di ampliamento dovrebbero partire nel 2018, non è il motivo principale del fallimento del polo commerciale di San Sisto, così come le voci di una posizione non sicura in caso di piena del Po, anzi, come spiega Delfini, «è invece uno dei più sicuri e tra i più alti di San Rocco. C’è da dire però che dopo la caduta del ponte (nell’aprile 2009, ndr) qualcosa sembra essersi spezzato». Un fallimento che lascia perplessi anche molti lodigiani. «Non ho mai frequentato molto la zona ma è comunque difficile capire il perché del fuggi fuggi – spiega Carlo Soffientini -. Se tutti i negozi hanno deciso di andarsene sicuramente c’è un motivo comune». C’è poi chi come Guglielmo Cristalli si è servito per motivi lavorativi del negozio ‘fai da te’ rimasto aperto solo pochi anni. «Rispetto ad altri esercizi i costi erano notevolmente diversi – ammette –. In alcuni negozi gli articoli che cercavo li pagavo anche solo 4 euro, mentre altrove una decina, forse davvero troppo per reggere con l’andare del tempo».