"In Lodi abitava Gianfranco Lupatini, nato nel 1915, internato militare Stalag XI-A, assassinato il 4.4.1944 a Gross Lubars". Così si legge sulla pietra di inciampo posata domenica mattina in piazza Castello e dedicata al lodigiano morto nel 1944 in un campo di concentramento nazista. Il giorno della posa non era casuale: il 22 settembre è dedicato alla Giornata dell’Internato Lodigiano. Secondo le stime approssimative furono almeno 4.300 i lodigiani rinchiusi nei campi. La pietra d’inciampo nuova va ad arricchire la città dopo quelle messe in via Ottone Morena, corso Archinti, all’Ospedale Vecchio e un’altra in piazza Castello, 5 in totale a cui si aggiunge la lapide in piazza Broletto in memoria degli internati militari. L’Anei Lodi (Associazione Nazionale Ex Internati nei lager nazisti) ha posto sempre domenica mattina una corona sulla lapide in Broletto. La cerimonia è stata condotta dallo storico Ferruccio Pallavera ed ha visto la presenza del prefetto Enrico Roccatagliata, che nel suo discorso ha reso omaggio agli internati militari italiani, del vescovo Maurizio Malvestiti e della vicesindaca Laura Tagliaferri. "Lupatini – racconta Pallavera – si sposa con una ragazza di Lodi e scoppia la guerra poco dopo, finisce sul fronte greco. All’armistizio del ’43 molti soldati riescono a scappare a casa ma lui viene catturato e internato, aveva infatti deciso di non aderire a Salò. Nel ’44 finisce nell’infermeria del campo e muore di fame e stenti. Lo comunicano alla moglie, in 7 anni di matrimonio Lupatini ne ha fatti 4 via, mantenendo una lunga comunicazione epistolare con la moglie. Tuttavia a lei non comunicarono mai il luogo di sepoltura del marito. Solo nel 2001 alla sua morte la nipote, Margherita Baldrighi, trova una valigia e scopre la corrispondenza. Da lì nel 2007 si scopre dove era stato sepolto Lupatini, vicino a Berlino con altri 1800 soldati italiani". L.P.
CronacaPietra d’inciampo in piazza Castello ricorda Gianfranco Lupatini morto nel campo di concentramento