Maietti
Nell’osteria del Batèl a Costaverde, sotto la finestra che dava sulla strada, era un mobiletto ad antine di legno tarlato, una sorta di tabernacolo. Le antine si aprivano sulle manopole di una vecchia Phonola, scoppiettante di frizzi e di sgarri. L’oste procedeva all’apertura delle antine e al clic dell’accensione con la cura di un prete che si appresti a estrarre la pisside. Accadeva puntualmente ogni giorno, quel maggio del 1952, quando Coppi dominava il Giro d’Italia e Bartali, il nemico di sempre, grugniva preghiere roventi per tenergli la ruota. Comprensibile che proprio in quell’anno e in quel mese due gruppi di amici del bar La Büsa, nella Lodi bassa, divisi in coppiani e bartaliani, abbiano deciso di sfidarsi in bicicletta e da lì sia scaturita poi l’idea di fondare un club. Erano gente di popolo, quegli amici. E i poveri si mettono insieme per darsi una mano. Una solidarietà che viene dalle radici. Quelle dell’angolo di terra dove ci è toccato in sorte di nascere e di crescere. È più facile capirsi tra poveri. Allora si può restare vaschi anche 77 anni dopo che i soci fondatori (dodici come gli apostoli), hanno deciso di fondare la Compagnia dei Wasken Boys, orecchiando l’inglese. Da certe storpiature lessicali sono nate parole che ormai ci appartengono nel midollo. Un esempio? Sànguiss, panino imbottito. Viene dall’inglese sandwich. La parola è nata all’arrivo da noi dei militari americani nel secondo Dopoguerra. "Have you got a sandwich?", chiede un sergente Usa all’oste di casa nostra. "Che roba?". "Sandwich! You know..." e il soldato mima il panino farcito. "Ho capit: pan e salam". Il panino bassaiolo batte alla grande il sandwich conosciuto dal soldato negli States. Il sergente esce a informare la truppa che in quell’osteria si possono gustare wonderful sandwiches. Un avventore locale ha assistito alla scena: "Che diaul l’ha dit ?". E l’oste: "Ho capit un cristu. Una parola che sumiglia a sangu: sànguiss".