
Il mercatino quest’anno è stato ospitato fino al 23 dicembre negli spazi dell’ex Caffè Letterario «Purtroppo non un luogo di passaggio»
Si è rinnovata e consolidata anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, la tradizione del mercatino solidale, giunta al traguardo dei 20 anni. Attivo dal 2004, il mercatino “Fuoriluogo” non ha un suo spazio fisso e stabile, ma ad ogni stagione trova una collocazione diversa, questa è stata la seconda all’interno dell’ex Caffè Letterario, in via Tito Fanfulla. Il mercatino è organizzato da una decina di associazioni che sono parte di Lodi Solidale, progetto che unisce e fa collaborare diverse associazioni no profit del Lodigiano. Date le dimensioni limitate dell’ex Caffè Letterario, non tutti gli appartenenti a Lodi Solidale hanno potuto partecipare al mercatino, presenti infatti dal 7 al 23 dicembre i nomi più storici: Amici di Serena, che si occupa di combattere la leucemia e che aderisce al “Progetto Chernobyl”, con cui ogni anno vengono ospitati bambini bielorussi che vivono in zone con problematiche dovute alla centrale; l’associazione Pierre che promuove il teatro, la danza, la musica; anche la comunità il Pellicano, poi Adica, Leila, Amici del Marajò, che fanno attività nell’omonima zona del Brasile, Italia per il Coged, l’ associazione Danelli e Alis, Italia Perù. Ognuno vendeva prodotti legati alle proprie attività, come Adica che aveva oggetti per cani, Italia per Coged libri usati, Danelli prodotti fatti da ragazzi con disabilità. Un mercatino molto variegato, adatto a tutti i regali.
"Il mercatino è andato bene ma non benissimo – riferisce Maristella Abbà, fondatrice di Amici di Serena e che ha coordinato il mercatino –, a Lodi non c’è ancora una casa delle associazioni; quindi, si cambia spesso il luogo del mercatino, quest’anno per quanto fossimo in centro non era un punto di passaggio. Noi abbiamo fatto del nostro meglio con la comunicazione, ma ovviamente non abbiamo fatto i numeri di qualche anno fa, in cui eravamo negli spazi dell’ex negozio Sottocasa, in corso Umberto. Ciononostante non ci lamentiamo, l’importante per noi è esserci, siamo grati all’amministrazione, è bello che questo mercatino sia diventato una tradizione in città, è un modello di rete che funziona. I riscontri economici sono comunque stati positivi, come ogni anno ribadiamo la nostra richiesta di avere un nostro luogo per le associazioni, sarebbe anche perfetto per fare eventi collaterali durante il mercatino, come avevamo fatto quando eravamo alla Chiesa di San Cristoforo". Si aspetta così l’arrivo della nuova Cavallerizza.