L.D.B.
Cronaca

Storia e aneddoti delle "madri" della Costituzione

Bella serata al Teatrino dell'Informagiovani a Lodi

Da sinistra Erika Bressani, Simonetta Pozzoli, Isa Ottobelli e Venera Tomarchio

Lodi, 11 marzo 2016 - "Bianca Bianchi venne eletta con un numero di voti doppi rispetto al capolista, Sandro Pertini: le fecero firmare una sorta di 'dimissioni in bianco' nel caso fossero sorti problemi". E' una delle 'curiosità' emerse giovedì sera al Teatrino dell'Informagiovani dove, dopo l'introduzione di Katia Menchetti, coordinatrice del movimento "Se non ora quando?" Snoq Lodi, promotore dell'evento con alcune associazioni nell'ambito della rassegna comunale "Non solo 8 marzo", e dell'assessora alle Pari Opportunità Erika Bressani, la presidente Anpi, Isa Ottobelli, e la vicesindaca e assessora alla Cultura Simonetta Pozzoli, hanno tratteggiato, con passione, le storie de "Le madri costituenti - 21 donne che fecero la Costituzione" proprio nel giorno, il 10 marzo, in cui, 70 anni fa, le donne poterono esercitare per la prima volta il voto alle amministrative e ottennero l'eleggibilità. "Delle 21 elette, su 226 candidate, all'assemblea costituente del 2 giugno 1946, 14 erano sposate e quindi considerate 'normali' e non 'vestali' della politica. Inoltre 13 erano laureate, per lo più insegnanti, ma c'erano anche 1 casalinga, 2 operaie, 1 impiegata; tutte, in qualche modo, avevano partecipato alla Resistenza, alcune vennero anche deportate in Germania - hanno ricordato le due relatrici -. Cinque delle 21 elette fecero parte del gruppo ristretto dei 75 che stesero la Costituzione: lavorarono al massimo livello. Appartenevano ideologicamente a partiti molto diversi (tra cui 9 Pci e 9 Dc) ma l'appartenenza di genere (nella costituente oltre a loro sedevano 535 uomini) prevalse, insieme a quello che chiamarono l'ABC, Azione per il Bene Comune. Riuscirono a sancire parità di diritti senza alcuna distinzione "per sesso", mentre i costituenti volevano scrivere "tra i cittadini", usando il maschile come neutro; non riuscirono a cancellare la parola 'essenziale' nel ruolo familiare della donna ma fu meglio che far scrivere 'prevalente' come da proposta. Evitarono anche il termine 'indissolubilità' della famiglia, che avrebbe precluso al divorzio. Non ce la fecero invece, allora a far sancire l'ingresso delle donne in magistratura: perché le donne hanno il ciclo mestruale e il loro giudizio non appariva sufficientemente elevato, sostennero, all'epoca i padri della patria. Quando venne scritto che l'Italia ripudia la guerra, tutte e 21 si tennero per mano. Fu la 'madre costituente' Teresa Mattei a scegliere la mimosa come fiore per l'8 marzo, giornata in cui, dissero, si volevano ricordare le 'eroine' del secondo Risorgimento, il sacrificio e l'impegno di tutte le donne". Venera Tomarchio, per l'associazione Toponomastica Femminile, ha ricordato il lavoro sulle Costituenti svolto dal liceo Vegio e le parole scritte dalla giornalista Anna Garofalo nel 1946 a proposito del primo voto delle donne: "Le schede... ci sembrano più preziose della tessera del pane, le stringiamo come biglietti d'amore"; nelle file ai seggi "le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari".