Nuovi scenari per gli esercizi di addestramento al campo macerie di Codogno, ossia nello spazio messo a disposizione della protezione civile in via Nenni dal 2018 dall’amministrazione comunale di Francesco Passerini e utilizzato per l’addestramento delle squadre di emergenza. Un posto in cui formare cani “eroi“ che ora è stato migliorato. Quella di Codogno è la terza zona di addestramento realizzata in Lombardia. Tanto che ospita anche gruppi da fuori provincia interessati a beneficiarne. E intorno, lo spazio, ha anche aree libere per condurre gli animali durante l’addestramento. Ci sono poi postazioni idonee a creare un percorso ad hoc per cani da salvataggio.
Nello scorso fine settimana i vigili del fuoco del comando provinciale di Lodi e la protezione civile stessa e in particolare il nucleo cinofilo di Codogno, hanno lavorato nell’area per dare più opportunità agli utilizzatori. E’ stato infatti ampliato e migliorato il campo macerie utilizzato per la formazione dei cani da soccorso. Il sito, riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale, è sempre di più un punto di riferimento nel settore della cinofilia da soccorso. Per quanto riguarda l’ampliamento, si è trattato di allargare l’area interna dedicata all’addestramento cinofilo, ricreando ambienti con macerie di diverse dimensioni. Così da permettere ai cani di lavorare e cercare i dispersi con più difficoltà, arrivando più preparati in caso di reale emergenza. Il campo macerie era stato inaugurato a ottobre 2018. Si estende su oltre 4.000 metri quadrati, cioè uno dei tre lotti della cascina Cassinazza, messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Intorno al campo ci sono circa 140 metri lineari di rete, si accede da un cancello e la gestione del sito (che può ospitare anche figuranti per rendere ancora più reale la scena del pericolo), è stata affidata alla protezione civile. L’ex cascina, ormai rudere, è stata in parte abbattuta per accumulare macerie utili allo scopo. Dietro il cascinale, per far apparire ancora più reale l’area, erano stati gettati pareti, solai, pilastri e travi, non più utilizzabili e portati da una ditta che produce prefabbricati.
Paola Arensi