Part-time modificato: "Un’ingiustizia"

Il sindacato prende le difese di una operatrice sanitaria. L’azienda: una rimodulazione. per difficoltà organizzative

Le difficoltà negli ospedali lodigiani sono tante, tra personale carente e problemi organizzativi. E dall’altro lato ci possono essere le difficoltà di una famiglia di un dipendente nel dover gestire il lavoro e due figli piccoli. Una disputa sindacale è in corso per la situazione di una dipendente, che fa l’Oss (l’operatrice sanitaria) all’ospedale di Codogno, e che ha due bambini di due e tre anni. Una situazione che, come accade per altre famiglie, è necessario affrontare con qualche sacrificio lavorativo. Ed è quello che l’anno scorso, la mamma aveva ottenuto dall’Asst di Lodi, nonostante le tante difficoltà legate all’emergenza Covid negli ospedali lodigiani, lavorando a tempo parziale con 24 ore settimanali. Adesso però l’Azienda ha già comunicato alla donna che il part time (temporaneo, perché ormai da molti anni di definitivi non ne vengono concessi) non sarà rinnovato: dal primo febbraio l’infermiera dovrà rientrare con un tempo parziale a 30 ore.

Sul punto è intervenuto il sindacato Fisi di Lodi che ha iniziato da subito a seguire direttamente la vicenda. Il segretario provinciale Gianfranco Bignamini chiederà al prefetto di Lodi Giuseppe Montella di intervenire. "È un’ingiustizia – dice Bignamini –. La riteniamo una scelta non accettabile, una decisione che non capiamo. Oltre al caso che stiamo seguendo di questa Oss, ci sono anche altre due vicende simili che riguardano due infermiere".

"Ancora una volta prendiamo atto delle accuse infondate che il rappresentante Fisi rivolge alla nostra azienda e i toni minacciosi coi quali le esprime - è la replica dell’Asst di Lodi -. Non avendo il sindacalista fornito informazioni chiare sull’identità della dipendente, possiamo solo rappresentare che non vi sono stati casi di sospensione o rigetto di part-time. In alcuni casi, e potrebbe essere quello della dipendente in questione, è stata invece richiesta una rimodulazione dell’orario lavorativo ciò tenuto conto anche delle difficoltà organizzative legate all’attuale fase pandemica".

C.D.