Rapina all'oste di Casaletto, a processo i tre complici del ladro ucciso

Ma sono irreperibili. Intanto il ristoratore Mario Cattaneo, assolto con formula piena, attende la convocazione dalla Corte d’Appello: la Procura di Lodi ha presentato ricorso

L'oste Mario Cattaneo nella sua Osteria

L'oste Mario Cattaneo nella sua Osteria

Casaletto Lodigiano (Lodi), 10 maggio 2022 - Mentre l’oste Mario Cattaneo di Casaletto Lodigiano attende la convocazione dalla Corte d’Appello di Milano, dopo la decisione della Procura di Lodi di presentare il ricorso alla sua assoluzione, arrivata in Tribunale a Lodi, a fine gennaio 2020, la stessa Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di tre romeni per la rapina che subì al suo locale. Risponderanno dell'accusa di rapina in concorso, tre uomini, di età compresa tra i 35 e i 43 anni, accusati di aver scassinato, di notte, l'osteria tabaccheria il 10 marzo 2017. Il ristoratore, che abita con la famiglia sopra il locale, era sceso nel cortile imbracciando un fucile. Poi, a seguito di una colluttazione (che si ritiene avviata da uno dei malviventi), esplose un colpo di fucile che ferì mortalmente alla schiena un 32enne, Petre Ungureanu.

La famiglia di quest’uomo, da allora, chiede quindi giustizia. Ritenendo comunque sconsiderata la reazione del ristoratore nei confronti del familiare. L’incubo di Cattaneo, assolto dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa, non è quindi ancora finito, ma gli inquirenti adesso cercheranno di fare chiarezza anche sul reato che l’oste stesso ha subito. I presunti complici della vittima sono stati individuati tramite accertamenti telefonici e telematici benché, al momento, siano irreperibili. Tanto che, di conseguenza, l'udienza preliminare che li riguarda è stata sospesa fino all'anno prossimo, in attesa di rintracciarli. L'oste e il figlio si sono costituiti parte civile contro i presunti componenti della banda. L’assoluzione di Cattaneo era arrivata "perché il fatto non sussiste", dato che "dall'assenza di causalità deriva l'insussistenza del fatto". Queste le parole del giudice.

Il magistrato aveva sottolineato che la traiettoria della rosa di pallini partita dal fucile "seguiva una direzione dal basso verso l'alto" e che "l'istruttoria ha dimostrato che l'arma non è stata utilizzata per ferire, bensì che era stata presa proprio allo scopo di intimidire gli aggressori e farli scappare, onde evitare che potessero fare del male ai familiari". Ma la Procura è comunque andata avanti. Alla notizia dell’appello, Unavi Unione nazionale vittime, ritenendo inaccettabile la decisione, nei mesi scorsi ha deciso di organizzare un pranzo di solidarietà, proprio all'Osteria dei Amis di Cattaneo, per aiutarlo nuovamente, come tanti hanno già fatto in passato, a sostenere le spese legali. Al locale, nel tempo, sono passate altre vittime e il calore umano è sempre stato palpabile. Cattaneo ha invece sempre ribadito di provare dispiacere per quanto accaduto e di vivere con grande difficoltà la delicata vicenda giudiziaria.