
Proteste all'ospedale Delmati di Sant'Angelo Lodigiano: "Turni massacranti"
Lodi, 18 luglio 2024 – “Due infermieri in turno per 40 pazienti e anche gli operatori socio-sanitari in difficoltà, riducete i posti letto o aumentate il personale”. Il sindacato Usb chiede un intervento urgente all’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi. La stessa Asst si è riservata di rispondere alla richiesta: “Il pomeriggio del 19 luglio (domani, ndr)”
Il sindacalista Paolo Verdelli racconta: “Nessuno ha mai risposto alla nostra lettera, al successivo sollecito e alla diffida di giugno 2024, ma il personale infermieristico, in forze all’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, è stremato e anche preoccupato per il rischio di danneggiare i 40 ospiti. Nel timore di sbagliare per la stanchezza, o semplicemente lasciando un degente per ore, senza cambiarlo, perché si deve dare la priorità a chi ha problemi più gravi, che non siano quelli di preservare la dignità del malato” insiste. Il nodo della protesta sono i “turni massacranti, a volte di due soli infermieri per 40 pazienti”, testimonia Usb.
Per il sindacato, il personale affronta "anche 15 giorni di seguito senza pausa e più notti consecutive. Tra un'ala e l'altra dell'ospedale c'è un vasto atrio di 50 metri di uso comune e se c'è un'urgenza in una delle due, si rischia di lasciare scoperta l'altra, affidandola solo agli operatori socio sanitari, che non hanno le competenze per alcune mansioni", aggiunge Usb. Problemi anche con i riposi: "La pausa pranzo non esiste, magari sgranocchiamo qualcosa di veloce tra una terapia e l'altra, mentre ci bombardano di richieste. A volte prepariamo le colazioni, perché gli oss non ce la fanno, dovendo anche lavare venti persone e sempre mentre somministriamo le terapie – spiegano alcuni dipendenti, tramite il sindacato –. L'azienda afferma che non può fare nulla, perché i concorsi vanno deserti ed è vero. Ma allora riduciamo i posti letto. Quello però, lo sappiamo, non si può fare, perché altrimenti saltano i guadagni” osservano ancora amareggiati.
Poi la conclusione: “Il tutto per uno stipendio di 1700 euro lordi, poco di più degli oss, per i quali abbiamo massimo rispetto ma che, a differenza nostra, non hanno preso una laurea e fatto sacrifici per anni di studio. E allora, chi può, è normale che si vada in Svizzera o in Paesi dove siamo considerati dei professionisti". A ore è attesa la replica dell’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi.