
L’interno dell’ospedale di Lodi (Cavalleri)
Lodi, 3 gennaio 2017 - Emergenza in corsia. La carenza di infermieri nei quattro ospedali persiste ormai da oltre un anno. Solo al Maggiore mancano una sessantina di infermieri e 30 Oss. Una situazione che ha fatto infuriare i sindacati, da tempo sul piede di guerra con la dirigenza di viale Savoia. Turni pressanti, riposi che saltano. Un problema che è già noto anche ai vertici dell’Asst di Lodi che ha da poco avviato le procedure di mobilità per 20 infermieri nel presidio lodigiano, in attesa di pubblicare un concorso per assumere nuovi infermieri. «In tutti gli ospedali lodigiani abbiamo problemi di personale – spiega il sindacalista Fsi, Gianfranco Bignamini –. Nei nostri presidi esiste una grande carenza dovuta anche alla scarsa organizzazione dei turni. A oggi non sono coperti circa 100 posti tra infermieri e Oss in tutta l’Azienda ospedaliera di Lodi. Anche nei reparti ad alta intensità, come le sale operatorie, mancano troppi infermieri. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i cittadini». Al pronto soccorso di Codogno, nella notte di San Silvestro, l’assenza di personale ha costretto alcuni infermieri, reduci dal turno di notte, a continuare a lavorare quattro ore in più per garantire il servizio. «Alcuni infermieri sono stati costretti da incompetenti a restare in servizio altre quattro ore per mancanza di personale – spiega Bignamini –. Gli uffici erano già a conoscenza da venerdì del problema e avrebbero potuto risolverlo. La cosa vergognosa è che ci sono circa 15 addetti, tra infermieri e Oss, imboscati negli uffici dell’Asst e che potrebbero dare una mano ad affrontare l’emergenza. Nei presidi lodigiani esiste una grande carenza di personale e al pronto soccorso di Codogno i disagi continueranno anche nei prossimi giorni. Già per l’Epifania, si rischia di restare senza personale». Un’emergenza che ha fatto infuriare il sindacato che ha già annunciato lo stato d’agitazione e si prepara allo sciopero.
«Ho già mandato una denuncia all’ispettorato del lavoro, alla Prefettura e ai vertici della dirigenza amministrativa dell’Asst di Lodi – precisa Bignamini –. Iniziamo con lo stato d’agitazione e nel frattempo abbiamo chiesto un incontro alla dirigenza. Aspettiamo che si muova qualcosa. Aspetto fino a domani sera (oggi per chi legge, ndr), nel caso non dovessero arrivare risposte, siamo pronti a incrociare le braccia. Sono pronto a far sentire la voce degli infermieri lodigiani fino al ministero della Salute».