
SOLARE Georgiana Denisa Stephan era amata da tutti (Cavalleri)
Lodi, 19 febbraio 2015 - «Tre settimane prima che venisse uccisa mia figlia l’ho vista triste; le ho chiesto il motivo e mi ha detto: mamma non ce la faccio più, ho detto a mio marito che lo lascio. Da quel giorno era pensierosa, era cambiata». A raccontarlo è Eugenia Nicoleta Suilea, mamma di Denisa Stephan, la 34enne uccisa a coltellate dal marito Nicolae Florinel Stephan, 45 anni, poi suicidatosi, lo scorso 6 febbraio nell’abitazione di via Veneto, a Lodi. «Non pensavo mai che arrivasse a quel punto, ma in quelle tre settimane quando la cercavo sul cellulare e lei, per vari motivi, non mi rispondeva subito, vivevo in tensione, stavo male – ammette, lo sguardo oltre la vetrata –. Prima non c’erano mai stati episodi di violenza, anche se a volte litigavano. Penso che quella sera l’abbia afferrata all’improvviso, lei era abbastanza forte per difendersi... Non so. Lui, che lavorava coi ponteggi, era a casa da due mesi: una volta sosteneva che non c’era lavoro, un’altra non andava, diceva, perché pioveva o nevicava. Quando lei gli ha detto che voleva lasciarlo lui le ha risposto che l’amava: ma non ha amato nè mia figlia nè sua figlia. Se ami una persona non puoi fare una cosa del genere e lasciare una bambina di 12 anni senza genitori». Suilea ha fatto ciò che nessuna madre vorrebbe: «Sono andata in quella casa a pulire, per non far vedere a mia nipote il massacro che lui aveva fatto: ho trovato un lago di sangue».
Martedì la donna ha ripreso il lavoro alla Casa del Gelato, in via S. Angelo, dove lavorava anche sua figlia Denisa e dove questa sera, alle 21, si terrà una veglia civica promossa dal comitato Se non ora, quando? Snoq Lodi, col patrocinio del Comune e con Centro antiviolenza e le associazioni Donne&Donne, Ife Italia. «Invitiamo le persone a portare candele, pensieri e parole. Lo scopo della veglia (in attesa che il corpo, ancora a disposizione della magistratura, venga restituito alla famiglia per i funerali, ndr) è ricordare Denisa, attraverso chi l’ha conosciuta, e riflettere sull’accaduto», spiega Snoq Lodi. La serata sarà anche occasione per portare avanti la raccolta fondi avviata dalla Casa del Gelato a sostegno della figlia 12enne di Denisa, che ora vive con la nonna. «Sarò alla veglia – conferma Suilea –. Non mi aspettavo la raccolta fondi però voglio dirlo: ci sono stati più vicini i titolari e le colleghe del negozio, con cui abbiamo lavorato, che i parenti. Ormai la Casa del Gelato per me e Denisa era davvero una seconda casa, eravamo una famiglia». «Mia figlia era il mio angelo, la mia vita, la persona che mi dava la forza di andare avanti sempre – ricorda con commozione –. Era molto aperta con tutti e positiva, sorridente e con una battuta sempre pronta. Ora ho in affido temporaneo mia nipote, che sta bene e va avanti sulla sua strada, va a scuola e a pallavolo, prosegue senza nessun cambiamento. Starà con me, non si discute».
laura.debenedetti@ilgiorno.net