CARLO D’ELIA
Cronaca

La rapina, gli spari e poi la morte Da vent’anni Pietro è senza giustizia

Turano Lodigiano, il colpo in tabaccheria e la drammatica lotta per difendere un incasso di 300mila lire L’inutile caccia a un giovane dall’accento lombardo. "Seguite tutte le piste, ma lo sforzo fu inutile"

di Carlo D’Elia TURANO LODIGIANO (Lodi) Quello di Pietro Mondori, 67 anni, è un omicidio senza un colpevole. Era il 21 gennaio 2001 quando l’uomo, ex muratore che aveva investito tutti i suoi risparmi in una tabaccheria gestita insieme alle figlie a Turano Lodigiano, paese di appena 1.500 anime a una decina di chilometri da Casalpusterlengo, venne ucciso con due colpi di pistola da un rapinatore. La sua unica colpa era stata quella di aver provato a difendere il suo incasso di 300mila lire. Una morte che aveva scosso moltissimo la piccola comunità, dove tutti si conoscevano e mai si era arrivati a tanto. Un omicidio insensato e crudele che ancora oggi, a vent’anni di distanza, resta senza un responsabile nonostante il lavoro dei carabinieri di Cavenago D’Adda e della procura di Lodi che subito avevano provato a raccogliere tutti gli elementi possibili per chiudere le indagini. Nelle mani degli inquirenti era finito anche un probabile identikit del killer: giovane e italiano, avevano raccontato i due clienti presenti all’interno della tabaccheria in quel momento. Elementi che non sono mai bastati ad arrivare a un straccio di verità dietro l’omicidio. Tutto si era svolto in pochi istanti. Alle 19.30 di domenica 21 gennaio 2001 un giovane con accento lombardo, stando anche alle cronache dell’epoca, entrò nella tabaccheria di Turano Lodigiano con il volto coperto da un passamontagna e con una pistola in pugno. Ad assistere alla scena solo due avventori, una coppia di sposi di 40 anni. A servire, dietro al banco, c’era il marito di una delle cinque sorelle titolari del bar. Il rapinatore intimò all’uomo di consegnare l’incasso di giornata. Proprio in quel momento si affacciò nel locale Pietro Mondori, che si trovava nel retro del negozio: il 67enne capì che stava succedendo qualcosa di pericoloso, così si avventò contro il malvivente. Il giovane, però, alto e robusto, riuscì a resistere e dopo essersi rialzato esplose i due colpi di pistola. Subito fuggì facendo perdere le proprie tracce. Mondori morì per emorragia in ospedale a Casalpusterlengo. Tra i primi a essere informato dell’omicidio efferato fu l’allora sindaco di Turano Lodigiano, Emilio Casali. "Ricordo bene nella mia mente quei momenti – racconta l’ex primo cittadino –. Ero rimasto senza parole e profondamente preoccupato. Posso garantire il grande impegno delle forze dell’ordine sin dai primi momenti, ma i carabinieri di Cavenago D’Adda erano in pochi sul territorio in quel periodo e gestire un caso del genere non doveva essere semplice". Sul caso c’era stata un’altissima attenzione mediatica con un’assemblea pubblica e tavoli sulla sicurezza in Prefettura. «Provammo tutte le strade possibili per affrontare il tema e stare vicini alla famiglia di Mondori e alla nostra comunità – ricorda ancora Casali –. Anche la Provincia, guidata dall’allora presidente Lorenzo Guerini, oggi ministro della Difesa, aveva sollevato con forza il tema della sicurezza". Ma una strada solida le indagini non l’hanno mai imboccata. Una delle piste battute fu quella del rapinatore seriale. Restò però solamente una supposizione, una ipotesi senza conferme. Quello del 67enne rimane un caso senza risposte, una triste vicenda sui cui la stessa famiglia della vittima ha deciso di non insistere.