
Il ritrovamento del cadavere di Roberto Bolzoni nella sua auto
Lodi, 8 agosto 2025 - “Il mio assistito continuerà a professarsi innocente”. A spiegarlo è Alessandro Corrente, avvocato difensore di Andrea Gianì, il ventinovenne lodigiano sotto accusa assieme allo zio (Roberto Zuccotti, 49 anni, con precedenti penali, residente a Crespiatica) dallo scorso 23 febbraio per l’omicidio del sessantenne Roberto “Rambo” Bolzoni. Due giorni fa, la Procura di Lodi aveva disposto per entrambi il giudizio immediato custodiale presso la Corte d’Assise di Milano, dove si chiarirà chi abbia materialmente sferrato le 35 coltellate al collo e al viso della vittima.
“Elementi difensivi a suo favore”
“La notizia lo ha scosso. Ed è un doppio choc per la madre ed il fratello, molto provati dalla situazione, anche perché sono stati fuori casa per mesi, al fine di consentire lo svolgimento delle indagini – spiega il legale del giovane –. Gianì non sa come possano spiegarsi alcune circostanze. Ci sono comunque degli elementi difensivi a suo favore”.
Il giovane si era infatti da subito dichiarato estraneo ai fatti. Confermato l’incontro con la vittima presso il punto Snai di Via Villani e il rientro presso l’abitazione di Via Luigi Bay, Gianì continua a sostenere che “dalle 18.30 di domenica 16 febbraio all’una di notte, non sarebbe uscito di casa”. Una versione che, secondo la difesa, potrebbe essere dimostrata dalla connessione Wifi, a cui il giovane sarebbe rimasto connesso con il cellulare. Di diverso avviso, invece, l’accusa.
La scoperta del corpo
Bolzoni era stato ritrovato senza vita dalla moglie cinese all’interno dell’abitacolo della sua Volkswagen, parcheggiata in piazza Omegna a un meno di un centinaio di metri dalla loro abitazione di via Raffaello Sanzio. Erano passati due giorni dalla sua scomparsa. E proprio sulle sue ultime ore di vita hanno indagato per mesi i carabinieri del Nucleo investigativo di Lodi e i Ris di Parma, che erano riusciti a risalire a Zuccotti e Gianì grazie alle telecamere di sorveglianza di via Villani. I tre uomini erano infatti frequentatori abituali del centro scommesse. Lì si erano conosciuti e lì avevano passato il pomeriggio di domenica 16 febbraio. Il sessantenne aveva poi riaccompagnato zio e nipote.
Ricostruzione dei fatti e prossime udienze
Secondo l’accusa, tuttavia, Gianì e Zuccotti avrebbero incontrato la vittima anche dopocena, proprio nel parcheggio dove si sarebbero consumati l’omicidio e la rapina. Il 3 novembre la prima udienza presso la Corte d’Assise di Milano. “Molto probabilmente si andrà a dibattimento, perché ci sono un po’ di cose da chiarire e possono essere chiarite solo con un dibattimento”, conclude Corrente.