L’omicidio di Antonio Novati: autopsia rinviata. Intanto si attende la convalida del fermo

Si cercano ancora effetti personali della vittima e gli indumenti indossati dal presunto omicida durante l'accoltellamento

Le ricerche dell'arma del delitto e, nel riquadro, Antonio Novati

Le ricerche dell'arma del delitto e, nel riquadro, Antonio Novati

Massalengo (Lodi), 23 aprile 2023 – Sono trascorsi i termini per richiedere la convalida del fermo dell’agricoltore 60enne Francesco Vailati di Lodi che, secondo i carabinieri del nucleo operativo di Lodi e la Procura locale, avrebbe ucciso con almeno sette coltellate il commercialista Antonio Novati, di 75 anni, che era andato a notificargli la data in cui avrebbe dovuto lasciare la sua casa. Proprietà finita all’asta e acquistata, il 17 febbraio, da un compratore. 

L’indagine

Intanto l’indagine infatti prosegue serratamente per avere un quadro completo della situazione e definire o meno gli indizi di colpevolezza a carico del 60enne. L’autopsia, inizialmente prevista per ieri, sabato 22 aprile, è stata posticipata a domani. Solo con l’esame autoptico emergerà se ci sono stati fendenti letali, se la morte è stata dovuta all’emorragia successiva. E ancora si potranno fissare con precisione l’orario del decesso e altri elementi utili agli inquirenti. E ora il 60enne, fortemente indiziato e accusato di omicidio volontario, dovrà quindi difendersi dalle accuse davanti al giudice. La famiglia Novati invece, stretta nel dolore, attende giustizia per la perdita di un uomo definito da tutti come “buon marito e padre di famiglia, oltre che amorevole nonno. Certamente lontano dal meritare una sorte così terribile”.

La ricostruzione del delitto

Quello che al momento è abbastanza chiaro è il quadro nel quale sarebbe maturato il delitto di cui è accusato il 60enne Francesco Vailati. L’abitazione patronale, le pertinenze e i terreni finiti all’asta per lui erano tutto. Lì erano nato, lì viveva (con un familiare disabile), ma i debiti hanno complicato la situazione. Probabilmente è arrivato a un punto tale di disperazione da fargli presumibilmente perdere il controllo e covare odio nei confronti di chi, come lo studio Novati (la pratica era affidata a Marco Novati, figlio della vittima), stava solo applicando la legge. 

Giovedì scorso, il 20 aprile, Vailati e Novati si erano incontrati ancora una volta per discutere dell’asta. Forse conscio di dover davvero lasciare la sua proprietà, l’agricoltore ha perso la testa. Poi la colluttazione con il commercialista, l’omicidio in cascina e secondo quanto riferito dagli inquirenti, lo spostamento della vittima, sul sedile posteriore dell’auto della moglie, nelle campagne a nord di Massalengo. Al posto di Antonio Novati doveva esserci il figlio, ma il padre, che aiuta ancora lo studio di famiglia, aveva preso il suo posto, salvandogli probabilmente e drammaticamente la vita. Da ulteriori riscontri, è emerso che l’agricoltore sarebbe tornato a casa a piedi. Ci sono testimonianze di pescatori e altri che lo hanno visto camminare. Ma gli indumenti indossati in quei frangenti non sono mai stati trovati, così come si cercano ancora l’arma del delitto, presumibilmente un coltello, documenti e cellulare dell’uomo ucciso.