
L’impianto è contestato
Una lettera a Regione Lombardia per spiegare le ragioni della propria costituzione. L’ha scritta il comitato "No al forno crematorio a Spino d’Adda" nella persona del suo presidente Vincenzo Mottola. La missiva è indirizzata a Nicoletta Cornaggia, dirigente della struttura regionale Ambienti di vita e di lavoro. Mottola spiega le ragioni della contrarietà all’impianto: "Sorgerebbe a pochi metri dal parco regionale Adda Sud, in una zona già altamente compromessa dal tracciato della nuova Paullese e su cui già esistono tre zone industriali che fanno di Spino d’Adda un’assoluta anomalia nell’area cremasca". Un secondo problema sarebbe dato dalla vicinanza delle prime case al nuovo impianto: "In linea d’aria sarebbero distanti meno di 300 metri dallo stesso, e la scuola primaria si troverebbe a circa 400 metri. Inoltre, l’amministrazione ha escluso i cittadini da qualsiasi processo partecipativo violando in questo modo la convenzione di Aarhus". Come se non bastasse a soli sette chilometri da Spino d’Adda, nel lodigiano, esiste un forno crematorio che verrà prossimamente potenziato e l’eventuale impianto di Spino d’Adda costituirebbe la sesta struttura nel raggio di qualche decina di chilometri: esistono forni a Riolo, Cremona, Milano Lambrate, Cinisello Balsamo e Bergamo.P.R.