Lodi Vecchio, maxi blitz contro la ’ndrangheta: due arresti

Gli arresti sono scattati nell'ambito di una maxi operazione internazionale

Un arresto della polizia

Un arresto della polizia

Lodi Vecchio (Lodi), 6 dicembre 2018 - La "European ’ndrangheta connection” per lo spaccio di droga, che ha portato all’arresto di 90 persone in quattro diversi Paesi europei e in America Latina, passava anche dal Lodigiano. La Squadra Mobile della Questura, infatti, ha partecipato all’operazione coordinata dalla Direzione nazionale antimafia, insieme all’Europol e a forze di polizia in Italia, Germania, Paesi Bassi e Belgio che ha permesso di smantellare, attraverso indagini molto complesse, con intercettazioni, servizi di osservazione e di pedinamento, la rete messa in piedi dalla ’ndrangheta per importare dal Sudamerica almeno due tonnellate di cocaina non più solo attraverso il porto di Gioia Tauro ma anche quelli di Anversa e Rotterdam.

Su richiesta della Dda di Reggio Calabria, la Mobile ha tenuto sotto osservazione C.M, 56 anni, che da qualche tempo viveva con la moglie a Lodi Vecchio, e il figlio, G.M., 31 anni, che al momento del maxi blitz si trovava anch’egli nel Lodigiano. Entrambi sono stati arrestati con l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (non per associazione di stampo mafioso). Il padre, in particolare, è considerato dagli inquirenti, tra i 90 arrestati, una delle figure che si occupava di ricevere la droga e di distribuirla poi al dettaglio, con l’aiuto del figlio, sia in Calabria che in Emilia Romagna. Le accuse sono sostenute appunto da tanti episodi documentati durante l’attività investigativa.

Non è la prima volta che figure riconducibili alla criminalità organizzata di stampo mafioso vengono individuati a Lodi Vecchio. Il 29 novembre 2017 Giuseppe Morabito, 49enne originario di Reggio Calabria ma residente in paese, sapendo che i Carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Lodi erano sulle sue tracce, si era costituito nella Casa circondariale di Milano Bollate. Su di lui pendeva un ordine di carcerazione della Procura di Reggio, per una condanna a 14 anni per associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti tra l’Italia ed il Sud America, attività illecita posta in essere dal 2002. Morabito nel 2017 doveva espiare una pena residua di 9 anni e 10 mesi di reclusione. L’operazione, allora, si chiamava “Stupor mundi” e aveva scoperto il traffico di cocaina attraverso Olanda e Belgio verso Piemonte e Lombardia.