Paola Arensi
Cronaca

Lodi, un murale per dire “no” al bullismo: 25 metri di colore realizzati in 40 ore

Si trova in via Sforza ed è stato realizzato dall’artista Stefano Delvò, in arte Step Dase, volontario de Il magnete di Tavazzano. Il lavoro è stato applaudito dall'amministrazione comunale

Lodi, il murale di Step Dase

Lodi, il murale di Step Dase

Lodi, 8 luglio 2024 - Quaranta ore di lavoro volontario, in 4 giorni e ora in via Sforza a Lodi ci sono 25 metri di colore che urlano “stop” al bullismo. E’ stato il lavoro finale del progetto ‘Lodigiano in colors TAG’, partito a febbraio dall’associazione Il magnete di Tavazzano con Villavesco e sostenuto da Ibsa Farmaceutici. Lo ha realizzato l’artista Stefano Delvò, in arte Step Dase, volontario de Il magnete stesso, con due aiutanti.  Il murales, di grandi dimensioni (precisamente 100 metri quadrati), è stato creato su un muro, messo a disposizione dal Comune di Lodi e ben visibile transitando in auto.

“L’obiettivo è lanciare messaggi sul tessuto urbano - ha detto la vicesindaco Laura Tagliaferri- L’anno scorso era stato portato avanti lo stesso progetto, ma dipingendo panchine. Insomma, sedendosi su questi arredi urbani o ammirando i muri, si può riflettere sulla delicata tematica. Intanto si ridà vita a pareti poco piacevoli”.

La presidente dell’associazione Annamaria Sgorlon ribadisce: ”Il magnete si occupa di contrastare bullismo, cyberbullismo, vandalismo e di promuovere l’utilizzo consapevole delle tecnologie- e ancora- Queste macchie di colore, grandi alcuni metri e presenti ormai in diversi comuni, sono la traccia del nostro impegno”.

Tra i paesi interessati ci sono Brembio, Ospedaletto Lodigiano, Montanaso Lombardo, Senna Lodigiana etc. “Visto il successo dell’iniziativa e che, per via del periodo elettorale, molti paesi non hanno potuto partecipare, ripeteremo il progetto a partire da settembre” annuncia Sgorlon.

Step Dase infine racconta il suo capolavoro, un’opera significativa, che spezza la catena delle prevaricazioni: ”Ci sono degli occhi, che trasferiscono il messaggio del dover vedere e osservare per capire. C’è anche la scritta, in inglese, che dice stop al bullismo e non sarà completamente leggibile transitando in auto. La speranza, infatti, è che i passanti si fermino a ragionare sulle immagini – auspica e aggiunge - Ci sono anche tre catene che si spezzano e da cui partono le graffette simbolo de Il magnete. Come sinonimo di cambiamento, per cambiare le dinamiche del bullismo. Si deve lavorare spezzando la catena, è vero, ma anche facendo nascere qualcosa di buono. Perché ci sono casi di vittime che a propria volta diventano cyberbulli. Si nascondono, nella vita virtuale, per quello che hanno subito nella vita reale. E così non va bene!”.