REDAZIONE LODI

Multiconsult, le pendenze stanno per essere saldate

Un ex dipendente: a noi risulta manchino quasi 2 milioni di euro di Tfr non versati

Gli ultimi versamenti sono attesi entro la fine dell’estate. È quasi finita la battaglia degli ex dipendenti della Multiconsult di Codogno costretti a lottare per ottenere Tfr e mensilità arretrate mai ricevuti. Sono circa 90 i lavoratori della software house specializzata in pacchetti per la logistica e con una vasta clientela nazionale (tra cui i porti di Ancona e Livorno) e internazionale, coinvolta in una inchiesta divampata a fine maggio 2017 su una maxi frode fiscale (contestata l’evasione di 14,6 milioni di euro di Iva, di 132.955 euro di indebite agevolazioni previste dalla Legge di Stabilità e false fatture per 35,6 milioni di euro), i quali da quattro anni aspettano di incassare i soldi dovuti. Una vicenda che ora è a un punto di svolta. Grazie al lavoro dei curatore fallimentare, che ha accantonato le somme da versare ai lavoratori, tutti i Tfr verranno pagati entro le prossime settimane. "Secondo i nostri calcoli mancherebbero quasi 2 milioni di euro di Tfr non versati", racconta uno dei lavoratori coinvolti che aveva partecipato alle udienze che si sono tenute nel tribunale fallimentare a Lodi.

Tra i creditori c’è anche chi ha diritto a 50mila euro, cifra già accordata dal tribunale fallimentare di Lodi, e che dovrà essere concessa nei prossimi mesi dall’Inps. La vicenda penale invece si era chiusa, almeno in primo grado, a marzo 2019, con la condanna dei titolari dell’azienda e del commercialista. La pena più alta, 5 anni e 4 mesi, per il commercialista di Latina, Claudio Proietti. Per gli imprenditori codognesi, padre e figlio, Mario Ciceri, 74 anni, e al figlio 47enne Attilio, le condanne erano state di 5 anni per Mario e 3 anni e 4 mesi per Attilio. Dalle indagini della Guardia di finanza di Lodi era emerso che il sodalizio criminale aveva aggirato il fisco, non pagando i contributi e i relativi oneri e beneficiando pure degli incentivi del Jobs Act.

In pratica i dipendenti a fasi alterne venivano costretti a firmare lettere di dimissioni per passare successivamente come “nuovi assunti“ a un’altra delle società fittizie. Dopo lo scandalo giudiziario, nel 2018, l’azienda, finita in mano a un curatore fallimentare, era stata messa all’asta per 2 milioni di euro. Oggi sono una cinquantina i dipendenti dell’ex Multiconsult che lavorano per il gruppo australiano che ha acquisito l’azienda lodigiana.

C.D.