
Il Po a secco impedisce le escursioni nautiche da Somaglia, nel Basso Lodigiano
Somaglia (Lodi) – La primavera è già iniziata ma la navigazione fluviale resta una chimera: chi voleva gustarsi una gita a Pasquetta sul Po rimarrà deluso. Il fiume in secca rende infatti quasi impossibile l’attività turistica delle motonavi, costrette a rimanere in rada. Per il Consorzio Navigare l’Adda, la situazione è complicata: solo a Pizzighettone, in provincia di Cremona, sono garantite le escursioni; mentre a Somaglia, nel Basso Lodigiano, sul Po tutto è sospeso.
"Qui il Grande Fiume è ai minimi termini – spiega il presidente del Consorzio, Carlo Pedrazzini – in alcuni punti il livello è di 60-70 centimetri. In altre porzioni del Po la quantità d’acqua potrebbe essere anche garantita, ma il problema è la pressione: con la scarsa corrente che c’è, si rischia di non vedere gli ostacoli sotto l’acqua nei punti più bassi e l’elica della barca potrebbe rovinarsi o spaccarsi".
Il battello “Un Po... di Lodi“ era stato inaugurato nel novembre 2021: la motonave è capace di trasportare circa 45 persone, anche al coperto, con partenza da Gargatano di Somaglia e la possibilità di arrivare fino alla sponda piacentina. Un progetto targato Provincia di Lodi e Consorzio Navigare l’Adda che purtroppo quest’anno, almeno al momento, si arrende suo malgrado alla siccità.
«Vedremo come si evolve la situazione, ma la vedo dura visto che non dovrebbe piovere per le prossime due settimane, i bacini sono svuotati e la neve sulle montagne non c’è", spiega sconsolato Pedrazzini. L’unica linea delle tre operative rimane, appunto, quella di Pizzighettone sull’Adda: qui infatti per cinque chilometri è garantito un livello di 4-5 metri di profondità che permette la navigazione in sicurezza.
La questione della siccità è stata affrontata anche durante un simposio organizzato dalla Provincia di Lodi che ha riunito attorno a un tavolo diversi protagonisti tra cui il Consorzio Muzza Bassa Lodigiana e il Dipartimento risorse idriche e territori agroforestali dell’Università degli Studi di Milano. In quella sede è stato paventato il rischio che, a metà giugno, non si possano più irrigare i campi nel Lodigiano. Per evitare problemi, dovrebbe piovere almeno per cinquanta giorni.