CARLO D’ELIA
Cronaca

Cavenago, morto nel fiume. "Non è stato un incidente"

Il caso di Giorgio Medaglia, sparito da casa e ritrovato nell’Adda. Un testimone: alla guida del suo motorino c’era qualcun altro

Giorgio Medaglia

Cavenago d'Adda (Lodi), 10 ottobre 2020 - Omicidio o fatalità? Resta un mistero la morte Giorgio Medaglia, il 34enne di Lodi scomparso il 28 giugno scorso e trovato senza vita pochi giorni dopo, il 3 luglio, nelle acque del fiume Adda, all’altezza del ponte di Cavenago. Il giovane, residente con la madre nel quartiere periferico dell’Albarola, era molto conosciuto e amato. La sera di domenica 28 giugno era uscito di casa in motorino alle 21.30, mentre la madre, Ombretta Meriggi, esausta per il turno di lavoro da infermiera, era già a dormire. Inizia da qui un mistero lungo quasi 4 chilometri, cioè la distanza tra la sua abitazione e il punto dell’Adda a Lodi dove il 34enne è scomparso.

Sul caso la procura di Lodi ha aperto subito un fascicolo avviando una serie di accertamenti. I carabinieri, quando si pensava che il giovane fosse ancora vivo, avevano ritrovato il suo motorino bianco parcheggiato in viale Aosta, in zona Martinetta, a due passi dalla riva del fiume. Da qui il primo indizio: un testimone sostiene che a portarlo lì sia stato un ragazzino molto giovane, probabilmente sui 15 anni, con la maglietta bianca e fisico esile. Difficile che potesse essere Giorgio, alto più di 1,80 e palestrato e che quella sera indossava una t-shirt nera. E ancora: gli inquirenti hanno scoperto che nel motorino c’erano due caschi, uno, probabilmente quello rosso integrale del 34enne, legato alla sella. A cui si aggiunge un terzo casco, trovato dai genitori della vittima nel garage di casa. Poi c’è la testimonianza del titolare di una piadineria vicino a casa di Giorgio che avrebbe raccontato di aver notato passare il 34enne con il suo motorino bianco la sera del 28 giugno intorno alle 23.

Per la madre della vittima, Ombretta Meriggi, è evidente che Giorgio abbia incontrato qualcuno vicino casa. "Era una persona buona e amata da tutti – spiega la madre del 34enne –. A ucciderlo è stato qualcuno che lui conosceva. Chiunque abbia visto ci racconti cosa è accaduto". Dall’autopsia sarebbe emersa la presenza di alcol (un grammo per litro) nel corpo del 34enne: un dato strano perché Giorgio non beveva alcolici. A questo poi si aggiunge il mistero dei vestiti del 34enne, che sarebbe stato trovato nel fiume con addosso dei pantaloncini rossi da ginnastica, quando invece quella sera era uscito con i pantaloncini di jeans. Tanti gli elementi che hanno convinto la procura di Lodi a continuare con le indagini.