Morta al passaggio a livello "Chiarezza e verità per Elisa"

Maleo, l’incidente del 15 agosto 2020 è ancora senza una ricostruzione. Pressing della famiglia in Procura: indagini chiuse entro marzo

Migration

di Carlo D’Elia

Un colloquio telefonico tra la Procura di Lodi e gli avvocati della famiglia Conzadori si è tenuto nei giorni scorsi. I legali, Fabio Sbravati e Alberto Gnocchi, hanno chiesto al pubblico ministero chiarezza sulle stato delle indagini sulla morte di Elisa Conzadori, la 34enne di Pizzighettone travolta da un treno il 15 agosto 2020 al passaggio a livello di Maleo mentre attraversava i binari con la sua auto. Una richiesta arrivata anche dalla famiglia che da quasi un anno e mezzo chiede giustizia e che per mesi non ha ricevuto aggiornamenti dagli inquirenti.

Due settimane fa, infatti, è stato depositato in Procura il supplemento di indagini richiesto dal procuratore di Lodi Domenico Chiaro che aveva subito disposto un ulteriore approfondimento sui quadri elettrici del passaggio a livello di Maleo sui quali due giorni prima della tragedia i tre operai di Rfi (unici indagati al momento) stavano lavorando sui meccanismi dell’attraversamento ferroviario. Ma a preoccupare gli avvocati della famiglia della vittima è soprattutto la ricostruzione dei fatti che sarebbe stata fornita da uno dei due consulenti del pm, che ipotizzerebbe che la 34enne pochi istanti prima della tragedia avesse effettuato una manovra azzardata, finendo nella carreggiata opposta al senso di marcia corretto. E riuscendo così a non sbattere con la sua auto contro la semibarriera che bloccava la carreggiata di destra. Una versione inaccettabile per la famiglia che chiede giustizia e chiarezza.

Quello che è certo, per ora, è che la sbarra intorno alle 11 del 15 agosto 2020 era rimasta aperta per un’anomalia. Un guasto che Rfi ha dichiarato di non aver riscontrato nelle registrazioni grafiche di quella mattina. A confermare però la tesi della Procura sono due testimoni che assicurano di aver visto le sbarre del passaggio a livello alzarsi prima del transito del convoglio, accreditando con le loro deposizioni la tesi del malfunzionamento. Resta invece già verificato la condotta corretta della 34enne e del conducente del treno. Dalla perizia cinematica effettuata da Stefano Alifano, consulente tecnico del pm, la condotta di Elisa, che era a bordo della sua auto, è stata corretta. Nessuna traccia di contatto tra la macchina e la semibarriera del passaggio a livello di Maleo. Per i consulenti del pm, non avrebbe colpa neppure il macchinista, che aveva osservato la segnaletica ferroviaria e la velocità massima consentita. Fonti vicine alla Procura di Lodi dicono che le indagini verranno chiuse entro marzo.