"È vittima di un attacco informatico, per salvare i suoi soldi deve fare bonificici a conti correnti dell’Agenzia dell’entrate". È partito così il raggiro di cui sono accusati tre uomini che risponderanno per truffa aggravata. Le vittime sono imprenditori che gestiscono un’azienda nel Lodigiano. A loro tutela, dopo le prime indagini, la Procura di Lodi ha poi disposto il sequestro preventivo di 291mila euro. Gli accertamenti sono scattati quando gli imprenditori hanno querelato gli interessati. E una volta raccolti gli elementi probatori, la Procura ha emesso d’urgenza il sequestro preventivo.
Per i militari, infatti, sarebbe di oltre 291mila euro la cifra derivante dal reato di cui sono accusati i tre indagati. Secondo l’accusa, in una prima fase, i presunti responsabili avrebbero inviato un messaggio telefonico ingannevole ad un componente del nucleo famigliare, rappresentativo di un pagamento bancario mai disposto dallo stesso. Il messaggio conteneva un link al quale il destinatario avrebbe dovuto accedere per disconoscere l’operazione. Nella seconda fase, dopo l’accesso al suddetto link da parte della vittima, uno degli indagati, presentandosi telefonicamente come funzionario dell’Agenzia delle Entrate, le ha fatto credere di essere caduta in una frode online. I tre indagati, di età tra i 20 e 45 anni, sono campani e due su tre hanno precedenti specifici. Avrebbero agito a distanza, attuando il fenomeno dello Smishing della truffa con SMS. Aprendo il messaggio sembra parta un pagamento per errore via SMS, tu cerchi di bloccarlo e la truffa avviene quando clicchi per disconoscere l’operazione. Così, ritenendo che i conti correnti dell’azienda di famiglia e dei membri dello stesso nucleo famigliare fossero stati violati per effetto di un attacco informatico, la vittima stessa si è lasciata convincere a spostare i soldi. Sono state effettuate varie disposizioni di bonifico a favore di alcuni conti "sicuri", intestati a funzionari della stessa Agenzia. Questo con la promessa della successiva restituzione, attraverso l’alimentazione di un nuovo conto corrente, intestato agli imprenditori raggirati. Poi è emerso il raggiro ed è stato necessario sequestrare preventivamente il denaro per impedirne l’eventuale spendita. La misura cautelare del sequestro d’urgenza, infatti, che è stata convalidata dal Gip di Lodi, si è resa necessaria per evitare che la libera disponibilità del denaro oggetto della truffa potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri illeciti.