
Maxi richiesta per danno di immagine.
Lo scandalo delle "residenze facili" travolse il comune di Ospedaletto Lodigiano alla fine del mese di luglio del 2017 quando la Guardia di Finanza scoprì un giro di false certificazioni con requisiti farlocchi per ottenere la residenza e relativa cittadinanza "iure sanguinis" in favore di ben 1188 brasiliani: un’inchiesta che portò agli arresti un ufficiale di stato civile dell’anagrafe e un agente di polizia locale.
In questi giorni, l’amministrazione comunale ha approvato il disciplinare di incarico a un avvocato del foro di Milano, stanziando anche la cifra della parcella, per vedere riconosciute le proprie ragioni su tre filoni giudiziari principali. Innanzitutto, il comune si costituirà nel procedimento già avviato dalla Procura per danni di immagine subìti dagli ex dipendenti (per un milione e 300 mila euro.
Parallelamente promuoverà un altro procedimento autonomo per altri danni e costi subìti.
Poi dovrà far fronte alle impugnazioni di venti persone che avevano ottenuto l’iscrizione anagrafica ma che avevano fatto ricorso contro il provvedimento comunale che l’aveva annullata; nello stesso tempo però punterà al recupero delle spese legali nei confronti dei 315 che invece si sono visti bocciare l’impugnazione davanti alla Sezione Cittadinanza del Tribunale di Milano.
Infine, il comune proseguirà lungo la strada dell’annullamento degli atti di riconoscimento della cittadinanza in favore degli oriundi.
Lo scandalo fece molto rumore e scalpore ed investì come un uragano il piccolo paese della Bassa.
Le Fiamme Gialle accertarono che, in circa due anni, dal 2015 al 2017, quasi duemila cittadini brasiliani avevano ottenuto la residenza ad Ospedaletto per il riconoscimento della successiva cittadinanza.
Mario Borra