
Malcontento al colosso Icr L’azienda: richieste irricevibili
"Icr è sempre stata aperta al dialogo e pronta a mettersi in discussione, per comprendere le esigenze dei lavoratori, considerati una parte della famiglia, ma le richieste devono essere ragionevoli e contestualizzate all’interno della nuova realtà di mercato, sempre più competitiva". Questa la replica della direzione aziendale del colosso dei cosmetici di Lodi allo sciopero proclamato dai lavoratori venerdì. Come comunicato dal sindacato Ugl chimici in azienda "si lamentano difficili condizioni di lavoro e mancati adeguamenti. Non c’e poi apertura a trattare".
"A novembre – ricordano i vertici della Industrie chimiche riunite – è stato sottoscritto un accordo di secondo livello e a febbraio 2023, si sono riaperte le trattative e abbiamo fatto proposte che avrebbero aumentato il reddito dei lavoratori, ma che sono state respinte: la trattativa è stata interrotta dal sindacato. Siamo molto attenti alle condizioni di lavoro quali-quantitative dei dipendenti e al loro benessere psicofisico: siamo un’eccellenza nel Lodigiano e possiamo essere presi come esempio, anche all’estero. L’azienda è attenta all’ambiente, alla salute e alla sicurezza dei suoi lavoratori". "Con il Covid – aggiungono – Icr ha visto dimezzare il suo fatturato, subendo ingenti perdite, ma ha voluto mantenere i 456 dipendenti e anticipandogli la cassa integrazione, garantendo così il puntuale pagamento di almeno il 70% del salario. Sono stati anche adottati tempestivamente tutti i dispositivi sanitari e le misure necessarie per evitare contagi e il diffondersi della malattia. Per il futuro i nuovi accordi, raggiunti con importanti clienti italiani e internazionali, sono garanzia della continuità dell’azienda, dell’occupazione di dipendenti e della serenità delle loro famiglie". Paola Arensi