NICOLA PALMA
Cronaca

Lodi, malata di sclerosi e bocciata. Il Tar la riammette al liceo: "Non è stata aiutata in tempo"

La studentessa segue la didattica da casa, ma l’anno si conclude con quattro insufficienze. Il ricorso dà ragione ai genitori. "Il piano su misura arrivato a fine lezioni, è mancata l’attenzione"

Il tribunale ha dato ragione alla ragazza (foto d'archivio)

Il tribunale ha dato ragione alla ragazza (foto d'archivio)

Lodi – Tutto in pochi mesi. Prima la terribile diagnosi di sclerosi multipla. Poi la bocciatura al secondo anno di liceo per un 4 in storia e tre 5 in francese, matematica e italiano. Ora, però, i giudici del Tar hanno riportato indietro le lancette, cancellando il provvedimento di non ammissione e restituendo a una giovanissima alunna di un istituto scolastico di Lodi il diritto di continuare il percorso di studi insieme ai suoi compagni.

La storia inizia nel febbraio 2023, quando la minorenne riceve la drammatica notizia della patologia del sistema nervoso centrale. Stando a quanto ricostruito dagli atti ufficiali, la scuola ne viene a conoscenza qualche giorno dopo e attiva un progetto di istruzione domiciliare "in coincidenza con il periodo di assenza per malattia". Tuttavia, il piano didattico personalizzato viene redatto solo il 30 maggio, cioè a pochissimi giorni dalla fine dell’anno scolastico. E all’esito degli scrutini l’adolescente viene bocciata per quattro insufficienze in altrettante materie.

A quel punto, il padre presenta ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia, sostenendo attraverso i suoi legali che la scuola "non abbia tenuto in adeguata considerazione la particolare condizione" della figlia né "abbia attivato sufficienti strategie di recupero delle carenze scolastiche". Il Ministero dell’Istruzione e del Merito si costituisce in giudizio, depositando alcuni documenti. L’8 settembre 2023, il Tar accoglie la domanda cautelare e ammette con riserva la minorenne a frequentare la terza classe del liceo.

La decisione di merito, arrivata dopo l’udienza del 9 maggio scorso, ha ribadito e reso definitivo quanto disposto otto mesi prima. Il collegio presieduto da Daniele Dongiovanni è partito dalla legge 170 del 2010, che "impone l’uso di una didattica personalizzata nei confronti di studenti con disturbi specifici di apprendimento (Dsa)" e dalla direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012, che estende le garanzie di inclusività anche "agli studenti aventi bisogni educativi speciali (Bes), ossia presentanti una richiesta di speciale attenzione per altre ragioni, tra cui le condizioni di svantaggio sociale e culturale e i disturbi evolutivi specifici".

Nel caso specifico, hanno argomentato i giudici, "non vi è dubbio che l’alunna richiedesse una speciale attenzione, come attestato dall’istituto scolastico alla riunione del 7 marzo 2023, ove è stata deliberata la predisposizione di un Pdp (Piano didattico personalizzato, ndr) per motivi di salute". Un piano approvato più di due mesi e mezzo dopo. Fuori tempo massimo. "Tali misure, ove prontamente attivate, avrebbero potuto condurre a esiti valutativi differenti, tenuto anche conto che tre delle quattro insufficienze finali non raggiungono la soglia della gravità, avendo riportato l’allieva il voto di 5", la conclusione del Tribunale. Bocciatura annullata.