Laura De Benedetti
Cronaca

Da Lodi a Milano sul ‘Gamba de legn’, il tram zoppiccante che ‘sfrecciava’ a 20 all’ora

In città era preceduto a piedi da un cantoniere con la trombetta. Nei suoi 51 anni di vita il tram percorreva anche la linea per Crema e Soncino, per Treviglio e Bergamo, e per Brescia Pavia. A Melegnano la stazione più grande della Lombardia, con 4 binari

Il passaggio del Gambe de legn sul 'Punt de fer' sulla roggia Molina, poi chiusa e ricoperta dai Giardini del Passeggio a Lodi

Il passaggio del Gambe de legn sul 'Punt de fer' sulla roggia Molina, poi chiusa e ricoperta dai Giardini del Passeggio a Lodi

Era costituito da una locomotiva a vapore e da un minimo di due carrozze (che potevano diventare al massimo tre), l'ultima delle quali destinata alle merci, costituite eventualmente dai bagagli personali dei passeggeri, ma spesso da materiali utilizzati dalle industrie, in particolare dalla ghiaia proveniente dall'Adda o dal Lambro.

Le linee più frequentate dai lodigiani erano quelle con destinazione Crema e Soncino (è stato ritrovato un orario di andata e ritorno, "da attivare" il giorno 1 ottobre 1897), Melegnano, Milano e Sant'Angelo, ma si potevano raggiungere anche Treviglio e Bergamo (con una diramazione poco oltre il ponte napoleonico) e, con tracciati indipendenti, Brescia e Pavia.

El "Gamba de legn" era un tram così chiamato per il suo incedere lento e sgangherato, che ha funzionato dal 1880 al 1931. Una volta lanciato poteva tenere una velocità media di 20 chilometri all'ora, ma non superava i 5-6 all'ora nell'attraversamento dei centri urbani, dove un cantoniere lo procedeva a piedi munito di bandiera rossa e trombetta per segnalare il pericolo.

Stazione Porta Milano (anzi Due Porte)

Il plastico con la ricostruzione della stazione di Porta Milano a Lodi (oggi c'è il Tribunale): bisogna 'scendere' dal centro storico
Il plastico con la ricostruzione della stazione di Porta Milano a Lodi (oggi c'è il Tribunale): bisogna 'scendere' dal centro storico

La Stazione di Porta Milano era composta da due porte: una in direzione di viale Milano, l'altra dell'attuale corso Archinti, dove al posto delle scuole sorgeva il teatro Verdi. La stazione, già Porta Nuova e Porta Palestro, alla fine di viale Milano, era unica nel suo modello, con due piani su viale Milano, tre sul retro, più depresso. El "Gamba de legn" non riusciva a fare la salita che porta sul colle Eghezzone, su cui sorge il centro storico di Lodi, e rimaneva dunque sul retro, a livello della campagna. I viaggiatori entravano da viale Milano e, attraverso due bellissime rampe di scale, scendevano a prendere il tram. La terrazza nascondeva un deposito locomotiva di grandi dimensioni. Alla scomparsa del tram l'edificio divenne un noto ristorante, il "Tram”, appunto, demolito successivamente per fare posto al nuovo Tribunale, da molti ritenuto un obbrobrio architettonico.  

Giovanni Di Biasi spiega dove era la stazione del tram a Porta Milano, oggi sede del Palazzo di Giustizia
Giovanni Di Biasi spiega dove era la stazione del tram a Porta Milano, oggi sede del Palazzo di Giustizia

Le due porte di accesso al centro città erano state costruite nel 1782 e furono demolite come altre porte di Lodi (resiste Porta Cremona) nel 1912. "Per determinare l'angolo di incidenza delle due porte - spiega Giovanni De Biasi, autore dell'accurata ricerca e realizzatore dei plastici in scala presentati, con le foto d'epoca, in una mostra promossa da Unitre alla Banca Centropadana - siamo ricorsi a Google e alla vista dall'alto delle due strade. Per pura curiosità l'incidenza è di 127 gradi. Non avendo dati certi, la dimensione della costruzione è stata desunta dall'altezza di alcuni personaggi presenti nella foto, tra i quali un vigile, che stazionano nelle vicinanze. Il dazio era fortunatamente identico a quello ancora esistente a Porta d'Adda".

Porta D'adda, il Dazio e la Dogana

Il lento tram Gamba de Legn arrivava da Bergamo-Treviglio, Soncino - Crema e attraversava l'Adda a Lodi sul ponte napoleonico
Il lento tram Gamba de Legn arrivava da Bergamo-Treviglio, Soncino - Crema e attraversava l'Adda a Lodi sul ponte napoleonico

El "Gamba de legn" raggiungeva Porta d'Adda, passando sul ponte napoleonico, proveniente da Crema o da Treviglio-Bergamo e con destinazione Melegnano-Milano.

La ricostruzione della chiesa di San Rocco (1909) ha di fatto ridotto di molto lo spazio della bella piazza. Sono tuttora esistenti il posto di guardia e la dogana ed è facilmente individuabile il punto in cui sorgeva la biglietteria. Passato sotto la porta, il tram saliva alla chiesa di San Francesco attraverso via San Giacomo e via Serravalle e proseguiva verso El "Punt de Fer" con destinazione Sant'Angelo, dove c'erano ben tre stazioni e dove giungeva anche una seconda linea, non comunicante, proveniente da Melegnano.

Punt de fer a Belfagor

Giovanni Di Biasi autore della ricerca storica sul Gamba de legn
Giovanni Di Biasi autore della ricerca storica sul Gamba de legn

Un ponte di ferro passava sopra la roggia Molina, che attraversava tutta la zona adiacente al centro storico, nell'attuale piazzale Medaglie d'Oro (località chiamata più comunemente Belfagor per le fattezze del monumento che la sovrasta) a metà dei Passeggi.  "Le mura di Lodi, che andavano da Porta Regale a Porta Cremona - racconta De Biasi - furono abbattute nel 1838 per la visita dell'imperatore Ferdinando d'Austria, ma erano rimasti i contrafforti lungo viale 4 Novembre ed è questo il percorso del Gamba de legn che partendo da Soncino-Crema arrivava sul ponte dell'Adda, passava sotto Porta d'Adda e poi lungo le mura del Collegio San Francesco raggiungeva piazza Ospitale. Qui prendeva via Pompeia (oggi via XX Settembre), passava sul Punt de Fer alla stazione Pompeia e poi, percorsa via Nino Dall'Oro, sfiorava la ferrovia storica per dirigersi verso Sant'Angelo".  

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Oggi il Passeggio sulla Molina

Il diorama ha previsto la presenza dei tre palazzi tuttora esistenti tra via XX Settembre e piazzale Medaglie d'Oro, la ricostruzione del ponte di ferro sulla roggia Molina (coperta nel 1937, oggi ci sono i Giardini del Passeggio) e quella delle contrafforti delle mura.  Su viale 4 Novembre sorgeva dal 1838 il teatro Lombardo, che è stato distrutto nel 1935 per fare posto al cinema-teatro Gaffurio, a sua volta eliminato e sostituito da moderni palazzi. Di particolare pregio il bar Eden, di forma ottagonale, in via Dante Alighieri, che ha lasciato poi il posto all'attuale acquedotto.  Il dazio era in corrispondenza della Porta Vittorio Emanuele II che dava verso la stazione ferroviaria. Essa era rappresentata in effetti da un cancello in ferro battuto, che oggi delimita la scuola media Cazzulani.

I 4 binari di Melegnano

La stazione di Melegnano del Gamba de legn, la più grande in Lombardia, con 4 binari
La stazione di Melegnano del Gamba de legn, la più grande in Lombardia, con 4 binari

La stazione, sulla linea Milano-Lodi, si trovava nella centralissima piazza Garibaldi a Melegnano. Era la più grossa in Lombardia, con ben quattro binari (di cui uno si staccava in direzione delle cave di ghiaia del Lambro), più uno scalo merci. Comprendeva un bar con tettoia e fioriera e un deposito con scivolo per carico e scarico merci. Alcuni edifici su un lato sono tuttora esistenti, mentre è sparita la bella fontana.

La "Stasiuneta" di Salerano

Il diorama che ricostruisce la stazione di Salerano sul Lambro, sulla via per Melegnano
Il diorama che ricostruisce la stazione di Salerano sul Lambro, sulla via per Melegnano

È in territorio comunale di Salerano sul Lambro ed ora è conosciuto come trattoria, "La Stasiuneta", appunto. Fino al 1930 ha funzionato come stazione del "Gamba de legn" a metà strada sulla linea Melegnano-Sant'Angelo. La casa vicina, caratterizzata dalla facciata dipinta con due colori diversi, era all'epoca una stalla per il cambio dei cavalli. Nel diorama è stato ricostruito anche il sottopasso della ferrovia, con el "Gamba de legn" che incrociava la sede storica della linea ferroviaria Lodi-Milano, che pure correva su sede propria. Così come appare la linea del telegrafo.

Tempi, tariffe, curiosità

Il 'vero' Gamba de legn in una foto d'epoca esposta nella mostra promosso da Unitre alla Bcc
Il 'vero' Gamba de legn in una foto d'epoca esposta nella mostra promosso da Unitre alla Bcc

Per raggiungere Crema o Melegnano, da Lodi ci voleva almeno un'ora, 45 minuti abbondanti per arrivare a Sant'Angelo, molto di più per Milano, Bergamo o le altre località lombarde.  "I tempi di percorrenza lasciano capire perché, con l'avvento dei pullman El Gamba de legn ha esaurito il suo compito", conclude Giovanni De Biasi, che ha dedicato tutta la sua competenza e la sua passione, per ricostruire con un’accurata ricerca le caratteristiche e i percorsi dello storico tram, riproducendo in perfetta scala lo stesso mezzo di trasporto, con tanto di rotaie e di "sbuffo" di fumo, oltre ai luoghi cittadini e dei dintorni da esso attraversati nei suoi oltre 50 anni di gloria.  Con l'Università delle Tre Età di Lodi, oltre alla seguitissima mostra, sono stati anche promossi un tour guidato di 3 chilometri, molto partecipato, una conferenza e un elegante opuscolo contenente rare foto d'epoca, con De Biasi che ha ringraziato per la collaborazione Silvano Bascapè (fotografo storico del Lodigiano), l'Archivio Alessandro Caretta, l'Associazione Num del Burgh, Diego, Luigi Generani e Paolo Zanin.

Tra le curiosità, le tariffe del "Gamba de legn": una lira e 75 centesimi per il tratto da Lodi a Crema o a Melegnano, una lira e 45 centesimi per andare a Sant'Angelo, più del doppio per Milano.

Dai, dai, dai, dagli una spinta

In ogni località si doveva fare rifornimento di acqua e di legna da bruciare e si racconta che spesso, non avendo calcolato esattamente i consumi, ci si fermasse in aperta campagna, dove il guidatore doveva scendere, aiutato da qualche volontario, a rifornirsi di erbe e rami secchi per poter riprendere la corsa. Così come pare che non sempre, nel tragitto tra Porta d'Adda e piazza San Francesco, El "Gamba de legn', magari con l'aggiunta della terza carrozza e con un sovraccarico di merci, non ce la facesse ad affrontare la salita di via Serravalle, nonostante il terrapieno realizzato alla fine di via San Giacomo per ridurre la pendenza. Allora ci si affidava alla buona volontà e alla forza fisica di qualche passeggero o di alcuni giovani di passaggio pronti a dare la classica spinta; come nell'intramontabile canzone dello Zecchino d'Oro.