TIZIANO TROIANIELLO
Cronaca

Lodi: allarme nei reparti di Nefrologia e Dialisi. “Da febbraio un medico per 51 posti letto”

L’intervento della consigliera regionale Vallacchi (Pd), dopo la risposta dell’assessore Bertolaso alla sua interrogazione: "La ricostruzione di questa specialità sul territorio deve essere una priorità per il Pirellone”

L’ingresso dell’ospedale di Lodi (Archivio)

L’ingresso dell’ospedale di Lodi (Archivio)

Lodi, 13 gennaio 2024 – “I reparti di Nefrologia e dialisini degli ospedali di Lodi, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano continueranno a essere in sofferenza, principalmente per l’assoluta carenza di medici: di fatto, tra poche settimane, ne rimarrà in servizio solo uno per tutti i tre presidi e non è chiaro come Regione intenda intervenire".

A lanciare l’allarme è la consigliera regionale lodigiana Roberta Vallacchi, esponente del Partito democratico. "La situazione dei reparti rimane preoccupante anche dopo la risposta dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso a un’interrogazione presentata da Roberta Vallacchi – fa sapere il Pd –. Anzi, è proprio nella spiegazione fornita dall’assessorato che si capisce come Lodi, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano continueranno a essere in sofferenza".

“Di fatto – precisa Vallacchi –, tra poche settimane, rimarrà in servizio solo un medico per tutti i tre presidi e non è chiaro come Regione intenda intervenire. Le nefrologie lodigiane soffrono prima di tutto di un turn over che non ha eguali in tutti gli analoghi altri reparti lombardi e che va ben oltre il normale, con i medici che hanno un eccesso di carico di lavoro. Attualmente nella risposta di Bertolaso sono indicati 10 medici così ripartiti: 8 a Lodi, ma uno si è dimesso volontariamente il 30 novembre, uno ha un incarico quinquennale e andrà in pensione a fine gennaio, una è in maternità e poi c’è l’unico, a tempo indeterminato, in questo momento in corsia. Inoltre, c’erano 3 medici con incarico libero professionale scaduto il 31 dicembre. È di tipo libero professionale anche l’incarico dei due medici presenti negli altri due presidi, ma finiscono il servizio il 20 febbraio. E il 30 novembre ha terminato anche il giovane medico in formazione specialistica".

Insomma, sintetizza Vallacchi, "da fine febbraio rimarrà solo un medico per tre ospedali e 51 posti letto: una situazione impensabile e paradossale. Questa è la principale criticità per una specialità che è di fondamentale importanza per il territorio. La sua ricostruzione, anche con la valorizzazione del personale, deve diventare una priorità. Dovrebbero esserci almeno 9 medici e di fatto ce n’è uno. Vanno riconsiderati i carichi di lavoro, vanno attratti i medici e anche il resto del personale".

Dalla risposta dell’assessore emerge, infatti, che anche sul fronte del comparto infermieristico non va meglio: "Se dal 2021, per quanto riguarda i medici, si è passati dal 6,91 (media dei vari tipi di contratto) al 7,08 del 2022 e al 4 del 2023, per gli infermieri il passaggio è stato dal 47,89 del 2021 al 57,16 del 2022 al 53,72 del 2023", rileva la dem.

Le soluzioni proposte da Bertolaso sono "cooptare liberi professionisti che può dare solo qualche sollievo" e attivare convenzioni con altre Asst, ad esempio quella di Crema, senza garantire però continuità di cure. "È assolutamente urgente intervenire. Bertolaso si deve occupare subito della questione e non con misure tampone" chiude Vallacchi.