CARLO D’ELIA
Cronaca

Frecciarossa deragliato, un anno dopo: il pm pensa a nuovi accertamenti

Il disastro di Livraga causò la morte di due macchinisti. Indagate Rfi, Alstom e 18 persone

Il Frecciarossa deragliato

Livraga (Lodi), 2 febbraio 2021 - Poche settimane fa l’ultimo vertice in Procura a Lodi. Sul deragliamento del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno alle 5.30 del mattino del 6 febbraio 2020 all’altezza di Livraga, costato la vita ai due macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù e il ferimento di 31 persone, gli inquirenti stanno analizzando tutto il materiale acquisito in un anno di indagini. Il pm di Lodi, Giulia Aragno, titolare del fascicolo, è determinata a non trascurare nessuna ipotesi e dagli uffici giudiziari di Lodi non escludono ulteriori accertamenti nei prossimi giorni.

Nonostante sia passato un anno e nonostante i rallentamenti dovuti alla pandemia, molto è stato fatto. A partire dalla consulenza degli ingegneri Fabrizio D’Errico e Roberto Lucani, i due tecnici incaricati dalla Procura (gli stessi delle tragedie di Pioltello e Viareggio) che a novembre hanno depositato una relazione di un centinaio di pagine per spiegare le cause del disastro.

Nella documentazione (anche audio e video) gli esperti spiegano che la causa del deragliamento è stato un pezzo difettoso, un attuatore del binario montato dall’azienda Alstom Ferroviaria con i cavi invertiti. Un errore che la squadra di operai di Rfi, che la notte prima del deragliamento stavano lavorando sullo scambio che non rispondeva ai comandi della centrale di Bologna, non potevano intercettare.

Questa versione, però, non ha convinto Alstom Ferroviaria, la società produttrice dell’attuatore difettoso, che a dicembre ha consegnato al procuratore di Lodi Domenico Chiaro una controperizia dove ribadisce che le procedure di manutenzione di Rfi imponevano agli operai di controllare l’effettiva posizione dello scambio dopo che avevano sostituito l’attuatore. Resta però che dallo stabilimento di Firenze la multinazionale ha fatto uscire un componente con i fili invertiti, un difetto senza precedenti.

Al materiale cartaceo si aggiunge l’attività investigativa della Procura, che a dicembre ha effettuato altri 15 interrogatori a Roma per chiarire ulteriori aspetti regolamentari e della “catena di comando” di Rfi. Tanti elementi raccolti che puntano ad arrivare alla verità dei fatti sul primo disastro ferroviario dell’Alta velocità in Italia. E che vede indagate, oltre alle società Rfi e Alstom Ferroviaria per la legge sulla responsabilità civile, 18 persone con ipotesi di reato a vario titolo per disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni: si tratta di 5 operai di Rfi;, l’ad di Alstom Ferroviaria Michele Viale; l’ex ad di Rfi, Maurizio Gentile (da poche settimane nuovo commissario della Metro C di Roma) e i responsabili Alstom Ferroviaria di Firenze.