Lodi, lavoro nero o irregolare. Maxi sanzione all’azienda

Tre operai senza contratto e 20 dipendenti con posizioni non corrette Gli straordinari erano pagati come trasferte per ottenere vantaggi fiscali

I controlli sono stati effettuati dal personale della tenenza di Casalpusterlengo

I controlli sono stati effettuati dal personale della tenenza di Casalpusterlengo

Casale, 2 aprile 2022 -  Lavoratori in nero e straordinari pagati come trasferte, maxi sanzioni per un’azienda. La guardia di finanza del comando provinciale di Lodi e la tenenza di Casalpusterlengo continuano a vigilare a tutela delle aziende oneste. Nel mirino ci sono soprattutto le attività che occupano personale in nero.

Da un controllo specifico è quindi emerso il caso di un’azienda meccanica del Lodigiano in cui tre lavoratori lavoravano senza assunzione e in assenza della prescritta comunicazione telematica al Sistema informativo del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Quindi, in generale, non c’era alcuna preventiva comunicazione sull’instaurazione del rapporto di lavoro. Secondo i militari, non erano quindi garantiti, da parte del datore di lavoro, adempimenti fiscali e contributivi.

Così, dopo l’attività ispettiva e sentiti i lavoratori stessi, per i responsabili dell’azienda sono iniziati grossi guai. Ulteriori approfonditi accertamenti, all’interno della stessa realtà, hanno portato la guardia di finanza a ritenere irregolare anche la posizione di altri 20 dipendenti. In base agli accertamenti, nel periodo dal 2016 al 2021, sarebbero state effettuate annotazioni infedeli sul Libro unico del lavoro. Questo, a detta dei finanzieri, per ottenere indebito vantaggio fiscale. Nello specifico, sono stati riscontrati rimborsi e indennità forfettarie per trasferte fuori dal Comune, non realmente effettuate, ma pagate in luogo del lavoro ordinario e straordinario svolto dai dipendenti, per un valore complessivo di oltre 98mila euro.

L’azienda è stata pesantemente sanzionata. Il titolare dovrà pagare sanzioni, da definire, che potranno andare da un minimo di 7.200 euro a un massimo di 43.200 euro per ciascuno dei 3 lavoratori impiegati “in nero“, nonché da un minimo di mille a un massimo di seimila euro per ognuno dei dipendenti irregolari individuati. Secondo la guardia di finanza, l’attività interessata avrebbe avuto anche un indebito risparmio d’imposta, relativo alle ritenute non operate e non versate, quantificato complessivamente in oltre 35mila euro.

I controlli sulle attività lavorative vengono svolti sia per garantire i giusti diritti al personale che alle altre aziende in regola e che quindi pagano le tasse. Chi non lo fa può infatti trasformarsi in uno scomodo concorrente per gli onesti. E visto il delicato frangente economico, i militari prestano la massima attenzione a queste trasgressioni.