
La tragedia sull’alta velocità. Frecciarossa deragliato. Al via il processo ordinario
Prima udienza oggi, nelle aule del Tribunale di Lodi, per il processo ordinario per il deragliamento del Frecciarossa 1000 Milano-Salerno delle 5.30 del 6 febbraio 2020. Restano imputati M.C., 34 anni, di Brindisi, operaio interinale di Manpower che, secondo l’accusa, il 6 giugno del 2018 avrebbe invertito i fili 16 e 18, mentre montava un attuatore nell’officina Alstom di Firenze; G.I., 58 anni, di Crotone, responsabile del banco di collaudo degli attuatori nella stessa officina, che non si sarebbe accorto del difetto; V.G., 67 anni, di Roma, l’allora direttore della produzione di Rfi Rete ferroviaria italiana, ritenuto dall’accusa competente per la determinazione delle procedure di manutenzione i due ingegneri di Alstom Ferroviaria che erano responsabili dell’ingegneria di prodotto e dell’ingegneria di assemblaggio degli attuatori, cioè A.M., di Pescara e F.M., calabrese.
Sono accusati di disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo. Le vittime dell’incidente furono i due macchinisti Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Cologno Monzese, e Mario Dicuonzo, 59, di Pioltello. C’era anche stato il ferimento di diversi passeggeri, 10 su 30, poi risarciti da Ferrovie dello Stato. Intanto si attende venga fissata, a Milano, l’udienza di appello, richiesta, dopo la condanna, con rito abbreviato, da due operai di Rete ferroviaria italiana. Sono i due manutentori L.F., 35 anni, piacentino, specialista di cantiere, e B.S., 33 anni, calabrese, operaio specializzato, condannati a 3 anni di reclusione e che, per le autorità, installarono il componente.