
di Carlo d’Elia
Il futuro dell’Isola Carolina continua a fare discutere in città. Sono oltre 2.500 le firme raccolte dal Comitato Isola Carolina con la petizione (partita prima del lockdown) contro il nuovo progetto della Giunta Casanova. I referenti del gruppo si scagliano contro l’arretramento della recinzione (che sottrarrebbe “un terzo del parco“) e l’ampliamento della sede del parco Adda Sud, che comporterebbe “l’abbattimento di dieci alberi sani“. "Chiediamo al Comune di essere coinvolti nelle scelte per il futuro del parco – dice la referente del Comitato, Antonella Rossi –. Il progetto deve essere sottoposto alla cittadinanza. Dopo aver perso un milione di euro per non aver condiviso il progetto Bay pensavo in un cambio di atteggiamento. Così però non è stato". Contro il progetto dell’architetto milanese Marco Bay, che avrebbe previsto il taglio di più di 105 piante, si era scatenata in città una sollevazione nell’estate del 2018. La petizione che chiedeva alla Giunta Casanova di rivedere il progetto aveva raggiunto più di 10mila firme. Ora al centro della nuova petizione ci sono due punti principali del nuovo progetto da 400mila euro: il primo è l’arretramento della recinzione di viale Dalmazia, al fine di creare un’area carrabile aperta 24 ore su 24. Su questo intervento molti cittadini, all’assemblea pubblica organizzata dalle opposizioni a dicembere scorso, si erano espressi in maniera negativa, temendo una commercializzazione dell’area. Il secondo elemento contestato è l’idea di posizionare un ristoro al piano terra della sede del parco Adda Sud, ampliando l’edificio. Intanto dal 3 agosto scorso è in vigore un nuovo decreto del ministero dell’Ambiente che detta nuove regole per il rispetto e la valorizzazione del patrimonio arboreo.
All’attenzione del Comitato è finito soprattutto un paragrafo che spiega che “per garantire l’approccio strategico di medio-lungo periodo, è essenziale che le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, siano in possesso e applichino concretamente strumenti di gestione del verde pubblico come il censimento del verde, il piano del verde, il regolamento del verde pubblico e il bilancio arboreo che rappresentano la base per una corretta gestione sostenibile del verde urbano”. Nello stesso paragrafo si specifica che vanno evitati interventi sul territorio “qualitativamente scarsi e persino dannosi che compromettono lo stato di salute delle piante con conseguente aggravio di costi per la comunità“. "Questo decreto è una nuova speranza nella lotta a chi distrugge il patrimonio verde e nella sensibilizzazione verso le pubbliche amministrazioni", commentano dal Comitato.