
Gianfranco Bignamini, segretario provinciale della Fisi
Sant’Angelo Lodigiano, 28 settembre - «Un medico ha deciso di cacciare un’infermiera dal reparto perché non vaccinata: è un fatto gravissimo". Assicura battaglia il sindacalista Gianfranco Bignamini, segretario provinciale della Fisi, che ieri ha raccolto la testimonianza di un’infermiera del presidio di Sant’Angelo che ha raccontato di essere stata mandata via dal reparto dove lavorava perché non ancora vaccinata. La vicenda sarebbe accaduta a inizio settembre. "La cosa grave è che è stato il primario del reparto a decidere di mandarla a casa - afferma Bignamini -. Una richiesta verbale che non ha valenza. La donna, infatti, non ha mai ricevuto una comunicazione dall’Azienda o dall’Ats della città metropolitana. E’ un atto grave che respingiamo".
Sulla vicenda Bignamini chiede agli organi competenti la massima chiarezza. "Per questo ho deciso di presentare una denuncia alla Procura di Lodi - aggiunge -. Non è competenza di un medico chiedere a un infermiera di andare a casa perché non vaccinata. L’infermiera non avrebbe dovuto lasciare il reparto. Anzi, avrebbe dovuto chiamare i carabinieri". In totale ora sono meno di una decina (su circa 2mila) i dipendenti dell’Asst di Lodi sospesi perché non ancora vaccinati. Ats sta esaminando i singoli casi, invitando, tramite posta certificata, ai singoli interessati e agli ordini professionali di riferimento, a vaccinarsi pena il cambio di mansione, in un’area di lavoro isolata, o la sospensione dal lavoro. Gli operatori sospesi hanno cinque giorni per presentare, eventualmente, la documentazione necessaria per il reintegro. Oppure rischiano di restare a casa senza stipendio fino alla fine dell’emergenza sanitaria.