Suicidio sventato a Lodi, il papà di Carolina Picchio in soccorso di studenti e genitori

Il 15 marzo scorso una tredicenne, vittima di cyberbullismo, ha minacciato il suicidio

Carolina Picchio in una immagine tratta dal suo profilo Facebook. (ANSA)

Carolina Picchio in una immagine tratta dal suo profilo Facebook. (ANSA)

Lodi, 1 aprile 2019 - Gli esperti della Fondazione Carolina (Picchio) saranno a Lodi il 13 aprile per aiutare studenti e genitori a ‘elaborare’ quanto accaduto lo scorso 15 marzo in una scuola media quando una tredicenne, vittima di cyberbullismo, sconvolta ha minacciato il suicidio. Il racconto ai docenti di quanto stava accadendo da parte di alcune compagne e l’intervento immediato delle volanti hanno scongiurato il peggio. «Offrirà la propria testimonianza anche Paolo Picchio, il papà di Carolina (la 14enne suicidatasi nel 2013 cui è stata poi dedicata la legge 71 del 2017 sul cyberbullismo, ndr), sull’importanza del rispetto della vita – spiega Ivano Zoppi, direttore della Fondazione –: ogni ragazzo è un’opera d’arte in sé, un valore che va rispettato. Questa settimana abbiamo incontrato la dirigente per ‘fotografare’ la situazione e decidere come affiancarci rispetto ai percorsi di sensibilizzazione con ragazzi e genitori che la scuola stava già portando avanti. Come prima iniziativa, la proposta è di realizzare con gli studenti, nel sabato di rientro programmato, una serie di laboratori con i docenti, con cui ci saremo coordinati, quindi, parallelamente, un incontro con i nostri psicologi ed educatori. Per gli adolescenti condividere immagini intime è spesso un gioco, un modo per dare impulso a una storia d’amore: ma quando qualcosa va in rete se ne perde il controllo.

E il fenomeno, purtroppo è in crescita. Concorderemo quindi un incontro con i genitori: sono loro a mettere in mano ai ragazzi questi smartphone. È un po’ come se gli regalassero una Ferrari senza dargli indicazioni sui segnali stradali, sui limiti. C’è molto lavoro da fare. Anche perché la prevenzione non si fa con un corso di 3 ore, serve la continuità educativa. Bisogna partire dalle elementari insegnando l’abc delle emozioni, e proseguire spiegando la tecnologia e condividendo le buone pratiche. Genitori, docenti, ma anche chi opera in oratori, associazioni sportive: in ogni agenzia formativa ci devono essere adulti in grado di leggere i segnali e far scattare l’allerta».

Zoppi plaude all’intervento della scuola media di Lodi: «Nell’emergenza hanno chiamato subito la polizia. Sono stati attivi e presenti, erano già sul ‘pezzo’. Ora è importante favorire il reinserimento della 13enne, con il coinvolgimento dei protagonisti». A oggi la Questura ha interrogato diversi studenti e denunciato alla Procura dei minori un 14enne per estorsione e possesso di immagini pedopornografiche: le indagini sono ancora in corso. «Per noi – conclude Zoppi –, l’importante è aiutare anche questi ragazzi a ‘leggere’ la situazione e a trarne una lezione importante, responsabilizzandoli».