MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, in tenda sotto il Palazzo. Papà invalido e 4 bimbi sfrattati dal residence: “Chiediamo solo la casa”

La protesta del giovane che insieme a sua madre minaccia un gesto estremo

Viviana Metta e il figlio Daniel Migliavacca nella tenda davanti al municipio (Torres)

Viviana Metta e il figlio Daniel Migliavacca nella tenda davanti al municipio (Torres)

"Non sto chiedendo la luna, voglio solo una casa per i miei nipoti e mio figlio. Altrimenti compirò un gesto estremo". Con una bottiglia d’alcol in mano, Viviana Metta, 51 anni, ieri mattina ha minacciato di darsi fuoco. Lo ha fatto dopo aver piantato una tenda davanti al Comune.

"Mio figlio Daniel, che ha 23 anni, una moglie e 4 figli, è in mezzo a una strada – ha spiegato –. O meglio, li ho accolti a casa mia, ma è piccola, non ci stiamo. Ho con me una figlia con patologie certificate e l’assistente sociale mi ha detto che me la porta via. Allora meglio che io mi tolga di mezzo e lasci la casa a Daniel e alla sua famiglia. È da anni che stiamo combattendo, non ne posso più". Con un accendino in mano e una tenda piantata in piazza Mezzabarba, sul marciapiede dal quale passano cittadini e amministratori la mamma e il figlio hanno ribadito più volte d’aver bisogno di un aiuto. Il figlio, invalido e con quattro minori, è in graduatoria per ottenere un alloggio pubblico, ma ancora non l’ha ottenuto.

"Da due anni lottiamo per farci aiutare e non sappiamo più che cosa fare – ha proseguito la donna –, chiediamo solo le chiavi di un alloggio per dare un tetto ai miei nipoti. Non importa se non è grande, basta che possano ottenere la residenza. Daniel è invalido, usufruisce dei benefici della legge 104 eppure non ci danno una casa".

Come gli studenti universitari, anche Daniel ha piantato la sua tenda passando da un marciapiede all’altro per arrivare sotto palazzo Saglio, che ospita l’assessorato ai Servizi sociali.

"Gli assistenti sociali hanno sbattuto mio figlio e la sua famiglia a Pieve Porto Morone - ha raccontato la mamma - con la scusa che sarebbe stata una soluzione temporanea e avrebbero elaborato un progetto per loro. Poi la casa si è riempita di muffa e li hanno mandati in via Riviera, in un residence di due stanze. Più volte hanno rimandato l’obbligo di lasciare quella sistemazione, che non poteva essere definitiva. Adesso è arrivato il momento, mio figlio non ha più una sistemazione. Siccome è residente a Pieve Porto Morone e non a Pavia, tutti se ne sono lavati le mani, ma a Pieve lo hanno sbattuto le istituzioni, senza considerare che è un invalido senza la patente e io così non lo posso aiutare".