
Ilaria Rossetti tra lo scrittore David Nicholls e Laura Dalla Vecchia di Neri Pozza
Lodi, 7 settembre 2019 - "Dapprima sono stata premiata per la sezione giovani. Poi, lì sul palco, c'è stato lo spoglio e il conteggio dal vivo dei voti dei giurati ed ho scoperto di aver vinto anche il primo premio assoluto: non potevo aspettarmi di meglio". Ilaria Rossetti, 32 anni, con il romanzo "Le cose da salvare" si è aggiudicata venerdì sera, al Teatro Olimpico di Vicenza, il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza, sostenuto da Confindustria Vicenza e Grafica Veneta. In palio 25 mila euro "come anticipo del contratto di edizione", precisa, e la pubblicazione dell'inedito, anche se, per leggerlo, bisognerà attendere circa un anno, per il lavoro di editing e marketing. "E' bellissimo, in primis perché comunque è un riconoscimento autorevole per il romanzo, cosa che cervano e speravo. Un'occasione del genere è preziosa: Neri Pozza è una casa editrice che investe tanto sui suoi autori". Rossetti assicura che è già in fase di gestazione di un un nuovo libro, "ora in fase di idea, osservazione, ricerca. Sono anni che faccio poche ore di lavoro (insegna inglese, ndr), come scelta, per dedicarmi a tutto il resto: dalla scrittura (ha vinto Campiello giovani nel 2007 col racconto 'La leggerezza del rumore'; quindi ha pubblicato con Giulio Perrone, 'Tu che te ne andrai ovunque', nel '09, e 'Happy Italy', nel '11, ndr), attività che richiede concentrazione profonda e un po' di solitudine, all'esperienza del 'Teatro Urlo' e del Caffè delle arti".
Sogna di vivere come scrittrice? "Vorrei continuare a lavorare nel campo della cultura, dell'inclusione, che poi si sposa bene con l'attività letteraria - afferma -. In Italia non ci sono molte occasioni. E' importante che ci siano forze culturali che decidono di investire tempo e denaro nella scoperta di autori non ancora conosciuti, che devono ancora crescere: bisogna continuare a crederci". 'Le cose da salvare' narra del crollo di un ponte nell'Italia del 2020, con un evidente richiamo alla tragica vicenda genovese del ponte Morandi del 14 agosto 2018; nel testo, tuttavia, ha sottolineato la giuria, per Rossetti "il crollo diventa la potente metafora di una disgregazione che investe l'insieme della società e le singole esistenze umane".
"E' una storia di chi si trova alle strette e, indipendentemente da quali siano le macerie che lo circondano, non riesce a decidere cosa salvare della casa dove ha vissuto per una vita - spiega l'autrice -. All'inizio le cose da salvare sono più materiali, poi col passare del tempo, diventano più emotive. Entra in gioco anche la politica, con quel limite che c'è tra l'aiutare davvero una comunità e creare paure per generare potere. Cosa salverei dell'Italia oggi? La cultura nel senso più ampio del termine, come aggregazione capace di intercettare i bisogni della comunità, di comprendere le ragioni di certe posizioni, senza bollare come 'ignorante' o 'pericoloso' chi non la pensa allo stesso modo. E la capacità di noi giovani di adattarci, di muoverci attraverso aspettative che non trovano rispondenza nella realtà". Ieri sera la duplice vittoria, con il massimo premio consegnatogli da Laura Dalla Vecchia, presidente di Neri Pozza, e dallo scrittore inglese David Nicholls.