Il Gagèt e la Gagèta si raccontano. Il volontariato tiene viva la manifestazione locale

Le due maschere ispirate al mondo contadino sono la testimonianza di un passato rurale.

In un giorno di febbraio abbiamo accolto nella nostra classe il Gagèt e sua moglie Betta, le maschere tipiche di Crema. Li abbiamo intervistati.

Com’è nata questa maschera?

"Il Gagèt nasce da un’idea di Paolo Risari che, nel 1955, vinse il concorso che doveva individuare la maschera rappresentativa di Crema".

A cosa si ispira?

"Si ispira ai “Gagi” cioè ai contadini che frequentavano il mercato in compagnia della loro oca".

Come ai contadini?! Il vestito non sembra quello di un contadino…

"È l’unico abito elegante che avevo … In dialetto si dice “Scapat” perché è ormai un po’ corto".

Grandioso! Ma l’oca cosa c’entra?

"Richiama anch’essa la tradizione contadina. La domenica andavo al mercato con Guendalina, la mia ochetta, che era viva ed era la mia compagna di vita. Con il tempo l’abbiamo sostituita con un’oca di cartapesta".

Una domanda anche alla Betta: com’è essere la moglie del Gagèt?

"È una grande responsabilità e un onore affiancarlo durante le sfilate. Pensate che quest’anno abbiamo avuto anche un piccolo Gagèt di soli quattro anni durante il Carnevale".

Abbiamo anche scoperto che, dietro al più grande Carnevale della Lombardia, ci sono tanti volontari che dedicano il loro tempo all’allestimento dei carri