MARIO BORRA
Cronaca

General Ricambi chiede il licenziamento di un dipendente su due

L’azienda produce parti per auto di alta gamma. Su 95 dipendenti 50 esuberi, sindacati all’attacco: "Il caso in Provincia"

La General Ricambi di Castiglione d'Adda

La General Ricambi di Castiglione d'Adda

Castiglione d’Adda, 25 luglio 2024 – Choc alla General Ricambi di Castiglione d’Adda, che ha chiesto il licenziamento di più della metà della forza lavoro. L’incontro tra sindacati e proprietà di martedì ha evidenziato ciò che molti temevano alla vigilia anche se forse non in queste proporzioni: in pratica, l’azienda che produce parti per auto di alta qualità ha comunicato un piano di esuberi di 50 unità su 95 dipendenti attuali e ieri i rappresentanti dei lavoratori hanno fatto sapere alla manovalanza, durante le assemblee interne, i contenuti.

«Abbiamo appreso durante il summit che lo stabilimento è al tracollo – ha spiegato ieri senza mezzi termini Giuseppe Rossi della Fim Cisl –. Si intendono intraprendere una serie di azioni tra cui anche l’avvio della procedura per arrivare al licenziamento di decine di operai. Noi abbiamo chiesto subito ai vertici dell’azienda di fermarsi, di valutare strumenti alternativi meno traumatici come il ricorso adun periodo di cassa integrazione straordinaria che permetta di salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti, il loro reddito e puntare ad una loro eventuale ricollocazione" L’azienda all’incontro non ha alzato il muro e ha aperto a un periodo di cassa facendo dunque sapere di essere pronta a discuterne. I lavoratori non percepiscono lo stipendio da giugno, ma la ditta ha promesso l’erogazione della mensilità arretrata a fine luglio.

La battaglia

I sindacati però intendono dare battaglia e chiedono il tavolo di confronto a livello provinciale. "Stiamo anche noi lottando per i posti di lavoro e gli stipendi non percepiti – spiega Gianfranco Bignamini del sindacato Fi-Si, la sigla più rappresentativa all’interno dell’azienda – Il clima all’interno dell’azienda è molto teso, al limite della sopportazione".

Segnali d’allarme

Il primo segnale d’allarme era risuonato a fine giugno quando i vertici della ditta castiglionese avevano comunicato che avrebbero proceduto a un’operazione di affitto di ramo d’azienda con decorrenza dal 12 luglio: in pratica il ramo commerciale e ricerca e sviluppo sarebbero finiti nelle mani di Ecode srl. "Un’operazione che si inserisce in un percorso finalizzato a fronteggiare una situazione di tensione finanziaria e di difficoltà – avevano ribadito dalla fabbrica –. È stato avviato un processo di risanamento". L’altro giorno è stato tolto il velo.