
I videogame: fra i comparti in cui l’applicazione dell’intelligenza artificiale è più frequente
Milano, 27 luglio 2024 – Si occupano di tradurre videogiochi che approdano sulle console di tutto il mondo, del controllo sulla qualità del prodotto, personale altamente qualificato che finora era stato considerato “l’eccellenza dell’area produttiva” del gruppo Keywords Studios, la più grande società internazionale specializzata in servizi di supporto per l’industria dei videogiochi.
Le scelte
Lavoratori che ora vengono “sacrificati per ridurre il costo del personale” come conseguenza, denunciano i sindacati, di una doppia scelta aziendale: quella di “affidare alcune attività umane all’intelligenza artificiale” e di trasferire gran parte dell’area produttiva in un mega hub già attivo in Polonia, dove il lavoro costa meno.
Tagli decisi a livello globale che si ripercuotono in Italia e, in particolare, a Cinisello Balsamo, dove si trova la sede produttiva della società fondata nel 1998 a Dublino.
La procedura
Keywords Studios Italy Srl ha aperto una procedura di licenziamento collettivo che riguarda 31 persone su un totale di circa 160 dipendenti in Italia, quasi tutti a Cinisello e solo 12 nella sede di Roma. Sei licenziamenti nell’area “qualità linguistica della traduzione”, 20 nell’area “localisation” e 5 nell’area audio.
Il motivo? Un calo dei ricavi nel 2023, dopo “una crescita continua e senza interruzione che si protraeva del 2013”, con tanto di “bolla digitale“ durante la pandemia. E la scelta di risparmiare sostituendo il lavoro umano con l’intelligenza artificiale. “Il mio stipendio netto è di 1.600 euro al mese – spiega uno dei lavoratori – e di fronte a un’azienda che non è in crisi sono tagli che non si giustificano”.
Il sostegno dei sindacati
Per questo i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato d’agitazione e due giornate di sciopero. “Riteniamo inoltre discutibili – spiegano – le modalità e le tempistiche con cui è stato scelto di avviare la procedura di licenziamento collettivo in questione: non a caso a ridosso delle ferie estive, con esclusione a priori del ricorso agli ammortizzatori sociali o a qualsiasi altro piano aziendale che non preveda il ricorso a 31 licenziamenti”.
La società, nel corso degli anni, ha fatto shopping in Italia acquisendo piccole imprese specializzate, è cresciuta posizionandosi come leader nella fornitura di servizi fondamentali per alcuni dei titoli più popolari e di successo nel gaming, tra cui Fortnite e Call of Duty. La vertenza si inserisce in una fase delicata per l’industria dei videogiochi e, più in generale, per il digital, con la serie di tagli operati dalle big tech a livello globale.
A pagare sono anche i freelance, attori e doppiatori che operano nel mondo dei videogiochi che negli Stati Uniti stanno portando avanti una mobilitazione per tutelarsi dall’uso dell’intelligenza artificiale generativa.