PAOLA ROBERTA ARENSI
Cronaca

Graffignana, l’allenatore aggredito da un genitore: “Accusato di atti sessuali, ma respingo ogni accusa”

L’uomo, 62 anni, parla di un fraintendimento e attacca la società che non lo avrebbe difeso: “In oltre 20 anni a San Colombano solo affetto e stima, qui una vergognosa onta”

Calcio giovanile

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Graffignana (Lodi), 21 settembre 2023 – “L’allenatore aggredito sta meglio, è stato dimesso, ma ci sono indagini in corso e non siamo quindi autorizzati a rilasciare dichiarazioni, mi dispiace”. Domenico Bonizzi, presidente della società di calcio ASd Graffignana 2013, in merito ai fatti avvenuti martedì 19 settembre al centro sportivo di Graffignana, preferisce non parlare. 

Ma parla il diretto interessato, anche se preferisce rimanere anonimo, per chiarire i motivi della lite: “Sono stato accusato di attenzioni sessuali, ma smentisco tutto”. L’uomo, un allenatore volontario di 62 anni, tecnico della sezione Giovanissimi under15, in servizio a Graffignana da agosto e per 21 anni tra le file del San Colombano, è stato “tacciato di aver tenuto comportamenti scorretti”, come ha spiegato lui stesso da casa, oggi giovedì 21 settembre dopo le dimissioni dall’ospedale. 

"L’accusa arriva da un uomo di 34 anni, il cui figlio della compagna, adolescente, si allenava con la società – racconta -. Non ricordo l’aggressione in sé né il trasporto con l’elisoccorso, ma solo di essermi trovato in ospedale”. Da un alterco si è arrivati alle vie di fatto e da allora, i carabinieri della stazione di Borghetto Lodigiano e dell’intera compagnia di Lodi, stanno cercando di chiarire i motivi e la dinamica dell’aggressione. Anche la Federazione italiana gioco calcio di Lodi, telefonicamente, ha ribadito che ci sono indagini in corso e di non potersi esprimere in merito all’episodio.

Graffignana ha sempre brillato per le attività sportive, “sfornando” campioni del calibro del calciatore Alessandro Matri e del cestista Danilo Gallinari. Quanto accaduto davanti ai ragazzini e quindi l’aggressione da parte del 34enne egiziano, che poi, contattato dai parenti, si sarebbe presentato spontaneamente nella stazione carabinieri del proprio paese, ha scatenato lo sdegno di tanti. L’uomo avrebbe dovuto incontrare l’allenatore per un confronto che poi sarebbe degenerato. Calci, pugni, colpi nella parte alta del corpo, finché l’allenatore ha perso conoscenza. Si è poi ripreso ed è stato accompagnato al Policlinico San Matteo di Pavia in elisoccorso. Ora è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni e dovrà seguire un percorso di recupero per i trami accusati.

Nel frattempo, per dovere di indagini, i carabinieri stanno cercando informazioni anche sull’allenatore. Ma lui stesso, che nel frattempo è stato allontanato dalla società, si difende: “Sto meglio, le notizie uscite sono state ingrandite. Ho accusato un trauma cranico e contusioni. Nulla di così grave. Sono stato dimesso oggi e sono e intontito, più che altro, per la storia. Vedrò nei giorni se sporgere o meno querela, al momento non l’ho fatto”. E ancora: "Seguivo i ragazzi nel San Colombano e ora nel Graffignana. Per 20 anni, nella precedente squadra, ho ricevuto soltanto stima e adesso mi stanno scrivendo tutti da lì, per sincerarsi della mia salute. Invece l’aggressore, ora che ero a Graffignana, è partito in quarta, mi ha detto che c’erano state attenzioni sbagliate nei confronti del suo ragazzo. Ma si trattava solo di un toccamento frainteso alla gamba, che è una prassi con i ragazzi in allenamento. Non sono atteggiamenti sessuali. Si tratta di mosse di stima e affetto per cercare di caricarli. O che capitano in caso di distorsioni e riscaldamenti. L’uomo è partito pensando a chissà cosa. E questo è stato il fattore scatenante”. Poi si difende: ”Ma io ho trattato il ragazzo come tutti gli altri e non voglio che questa ingiusta onta travolga me e la famiglia. Potrei avere ripercussioni sul lavoro. E sono un volontario Caritas, voglio difendermi e sono amareggiato per la reazione contraria della società che, invece di sostenermi, mi manda via”.

Quindi l’amara conclusione: “A volte comprendo gli insegnanti aggrediti dai genitori se solo fanno un appunto sui loro figli. Probabilmente me ne sarei andato io, il settore giovanile sta diventando una giungla e nel calcio è ancora peggio. Basta che tieni un bambino in panchina e si scatena un putiferio”.