Giovanni Sali, messa per il gigante buono: la sua morte è un mistero

Il carabiniere di quartiere perse la vita in servizio nel 2012. A ucciderlo, due colpi di pistola esplosi al petto tra le case di via del Tempio

Della tragica fine di Giovanni Sali non si è mai trovata una spiegazione

Della tragica fine di Giovanni Sali non si è mai trovata una spiegazione

Lodi - Lodigiano e Cremonese piangono da dieci anni il carabiniere di quartiere Giovanni Sali. Il “gigante buono“, come veniva chiamato a Lodi, ha perso la vita in modo violento in città, tra le case nella zona di via del Tempio, ma non è mai stato chiarito per mano di chi né come. Aveva 48 anni, era di Castelleone, ed è deceduto in servizio nel novembre del 2012. Sali ha perso la vita per due colpi di pistola diretti al torace. Le indagini sono state da subito condotte minuziosamente ma, purtroppo, senza mai venire a capo della tragedia. Nel 2017 il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta della Procura di Lodi, aveva archiviato il caso che, come ipotesi di reato, indicava l’accusa di omicidio volontario. Per la mancanza di elementi una delle piste su cui si ragionava, mai però confermata, era quella del suicidio.

Ma il mistero rimane. Sali è stato trovato morto dopo le 17.30, quando alcuni residenti si sono affacciati e lo hanno visto a terra, con la sua pistola ancora legata alla cintura di sicurezza. Erano stati esplosi tre colpi: uno è finito contro un garage a 50 metri di distanza; gli altri due hanno ferito mortalmente il militare. Le forze dell’ordine e la Procura hanno lavorato minuziosamente per cercare di capire se si sia trattato di un agguato o di un controllo sfociato nella violenza e chi potrebbe aver sparato. Resta quindi il dolore per la perdita e l’amaro in bocca di un giallo mai risolto. Il comandante provinciale, colonnello Alberto Cicognani, arrivato a Lodi nel 2022, annuncia che domani alle 10 nella chiesa della Maddalena, vicino a dove è avvenuta la tragedia, sarà celebrata una Messa dedicata proprio a Sali.

«È un dovere ricordare Sali – ribadisce il colonnello – Mi sto facendo raccontare di lui e tutti ne parlano molto bene. È bello sentire parlare di una persona sempre generosa e sorridente. Mi sono procurato il decreto di archiviazione, per conoscenza mia personale, e ho chiamato la moglie di Sali. Noi carabinieri siamo una grande famiglia e io ci credo". La moglie e le due figlie del carabiniere compianto parteciperanno alla celebrazione. In occasione del 2 Novembre intanto l’Arma ha ricordato tutti i defunti insieme a don Antonio Peviani della parrocchia di Sant’Alberto. Hanno partecipato alla funzione il presidente delle sezioni dell’Arma e alcuni familiari dei carabinieri. Infine c’è stata la deposizione di una corona di fiori al Comando provinciale.