CARLO D'ELIA
Cronaca

Truffa alla Ue con la frutta, in cella il presidente

Cristinziano Grazzani della onlus “Sei per Secu“ condannato in via definitiva a 7 anni e due mesi. Il suo legale chiede i domiciliari

Un controllo da parte dei Nas Nel capannone di Codogno avevano scoperto vendite illegali

Secugnago (Lodi), 28 gennaio 2021 - Si è chiusa dopo cinque anni la vicenda “Sei per Secu“. Lunedì la Cassazione ha confermato la condanna in rito abbreviato a 7 anni e 2 mesi di reclusione, già decisa dai giudici di primo e secondo grado, per il presidente della cooperativa di Secugnago Cristinziano (conosciuto come Tiziano) Grazzani, oggi 71enne, accusato di essere al vertice di un sodalizio criminale che aveva realizzato, solo negli ultimi quattro mesi del 2015, una truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea, ma soprattutto dei più poveri, con 13mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli da destinare alle famiglie in difficoltà, rivendute invece sui mercati del Paese, ma soprattutto di Latina e Fondi, per un guadagno illecito di 4 milioni di euro. Per Grazzani, che dovrà scontare i restanti 6 anni di reclusione (dopo aver passato 14 mesi tra carcere e domiciliari), sono scattate così le manette ed è stato portato in carcere a Lodi.

L’uomo, attraverso il suo avvocato di fiducia Pietro Foroni, ha già chiesto la misura alternativa degli arresti domiciliari come concesso dalla legge per gli ultrasettantenni. Lo scandalo risale al febbraio 2016 con gli arresti di 12 persone, oltre a Grazzani. Per tutti le accuse a vario titolo erano di truffa ai danni della Ue, peculato (solo per Grazzani), falso e illecita vendita, ricettazione e riciclaggio di prodotti ortofrutticoli destinati alla distribuzione gratuita nel settore socio assistenziale. Secondo la Procura di Lodi, il fascicolo era della pm Sara Mantovani, che ha coordinato l’attività dei Nas di Milano, tutto veniva gestito da Secugnago. Il presidente Grazzani riceveva gratis tir di frutta e verdura da destinare alle mense e alle altre onlus attive sul territorio. Bastava però togliere il bollino, alterare le bolle di accompagnamento e le fatture delle casse di frutta.

Poi il prodotto finiva sui mercati, ovviamente a prezzi concorrenziali, tramite distributori all’ingrosso attivi sia sul territorio nazionale che sui mercati dell’Est Europa, in primis Croazia e Romania. I Nas di Milano, guidati dal tenente colonnello Alessio Carparelli e dal capitano Salvatore Pignatelli, avevano avviato le indagini dopo normali controlli periodici alla filiera ortofrutticola e avevano proseguito arrivando poi alla onlus di Secugnago. A quel punto erano scattate le verifiche nel magazzino di Codogno della Sei per Secu e qui, anche grazie alle intercettazioni telefoniche i carabinieri avevano scoperto, da giugno a dicembre 2015, 985 vendite illegali.