
Guardia di finanza (Foto di repertorio)
Lodi, 26 gennaio 2021 - Un castello di fatture false per coprire un giro di alcuni milioni di euro evasi al fisco. L'attività investigativa coordinata dalla procura di Lodi, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Sesto San Giovanni, ha permesso di scoprire l'attività illecita. Nei guai sono finiti due imprenditori, un commercialista e due "teste di legno", per aver organizzato attraverso cinque società attive nel Lodigiano e nell'hinterland milanese nei servizi di pulizie e facchinaggio una frode fiscale utilizzando fatture false per oltre 5 milioni di valore.
Oggi è scattato il maxisequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lodi: si tratta di immobili, terreni, gioielli, auto di lusso, quote societarie e conti correnti per un valore di 3 milioni di euro. Le indagini hanno riguardato in particolare due società, che gli inquirenti hanno scoperto essere prive di struttura operativa e formalmente rappresentate da prestanomi. Decisivi gli approfondimenti eseguiti dalle Fiamme gialle di Sesto San Giovanni che hanno permesso di accertare che sui conti correnti delle società sono stati effettuati numerosi prelievi di contanti, ma anche numerose ricariche di carte di credito che venivano man mano intestate fittiziamente ad apparenti dipendenti che, secondo quanto ricostruito dalla procura di Lodi, non hanno mai intrattenuto rapporti lavorativi con queste imprese.
Un castello di carta che permetteva agli indagati di acquisire la liquidità che affluiva sui conti delle loro due società a fronte delle fatture per operazioni inesistenti emesse nei confronti di altri tre soggetti giuridici, realmente operanti, due dei quali riconducibili a coloro che gestivano di fatto le due società cartiere. Con tale sistema le tre società operative, negli anni dal 2011 al 2015, hanno ottenuto un illecito e consistente vantaggio fiscale derivante dalle false fatture ricevute, grazie alle quali indicavano redditi irrisori nelle dichiarazioni annuali, riuscendo, quindi, ad operare sul mercato a prezzi altamente e illegittimamente concorrenziali rispetto alle aziende del medesimo settore, che assolvono regolarmente tutti gli obblighi fiscali.