Finta colf del cognato per ottenere i ristori

Lodi, denunciati una 33enne e il parente, egiziani. La donna rinnovava così anche il permesso di soggiorno. In 5 anni percepiti 30mila euro

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di Paola Arensi

Egiziana dichiara di essere dipendente del cognato connazionale per ottenere il permesso di soggiorno, ma viene scoperta e denunciata. La donna, di 33 anni e il cognato, di 40, sono stati denunciati a piede libero, alla Procura della Repubblica di Lodi, dalla polizia. L’ufficio immigrazione della Questura di Lodi ha eseguito accertamenti mirati e coinvolto anche l’Inps nella ricerca dei documenti necessari. Per garantirsi il permesso di soggiorno, l’egiziana si sarebbe infatti finta, secondo l’accusa, collaboratrice domestica del cognato connazionale. Questo escamotage sarebbe stato portato avanti per 5 anni e nel frattempo, la donna avrebbe percepito indebitamente 30mila euro (nell’arco del lungo periodo di assunzione). Soldi presi dallo Stato tra assegni familiari, indennità Naspi e ristori possibili durante l’emergenza Covid.

Il rapporto di lavoro fittizio sarebbe quindi stato instaurato con la finalità di agevolare l’ottenimento del permesso di soggiorno e vantaggi di natura economica. L’Ufficio Ispettivo dell’Inps di Lodi, interessato dalla Questura, ha quindi rilevato la reale inesistenza del rapporto di lavoro, annullando la validità dello stesso e interrompendo contestualmente tutti i benefici. Entrambi i connazionali sono stati quindi denunciati, in concorso tra loro, alla Procura della Repubblica, con le ipotesi di reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di utilizzo di documenti contraffatti al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno. Ora i due coinvolti dovranno difendersi dalle accuse davanti al giudice.