Emanuela Loi "icona eroica al femminile": Lodi le intitola un parco

La sorella Claudia ricorda la prima poliziotta caduta in servizio: "Emanuela aveva accettato di far parte della scorta del giudice Borsellino, due mesi dopo l'uccisione di Falcone"

Il sindaco Sara Casanova e Claudia Loi, sorella di Emanuela

Il sindaco Sara Casanova e Claudia Loi, sorella di Emanuela

Lodi, 21 settembre 2019 - "Emanuela era una ragazza gioiosa, gentile, di sani principi, con un gran senso del dovere. Purtroppo le circostanze della vita hanno voluto che entrasse nella storia". Emanuela Loi, medaglia d'oro al valor civile per la dedizione e il coraggio, è ricordata per essere la prima poliziotta caduta in servizio. Venne uccisa, con altri colleghi della scorta e col giudice Paolo Borsellino, nella strage di via D'Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992: aveva 24 anni.

Questa mattina la città di Lodi, di fronte alle massime autorità, tra cui il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, le ha dedicato un parco nel quartiere Campo di Marte. E' stata la sorella Claudia Loi, che collabora con l'associazione 'Libera', a ricordarla: "Il messaggio di Emanuela - ha detto, con voce rotta dall'emozione, rivolgendosi in particolare agli studenti della scuola media Gorini, venuti a leggere messaggi - è che tutti noi, nel nostro piccolo, quotidianamente, dobbiamo fare la nostra parte per costruire una società in cui i valori di giustizia e pace siano fortemente radicati senza che sia necessario morire per difenderli".

Claudia Loi ha ricordato i momenti spensierati della giovinezza quando le due sorelle sarde, separate solo da un anno di età, andavano insieme al mare, ed anche quel concorso di Polizia cui avevano partecipato entrambe ma che Emanuela aveva superato con un punteggio più alto, venendo subito chiamata al corso di 6 mesi a Triste. Poi, sorridendo, aveva comunicato alla famiglia: "Sono in servizio a Palermo, dove c'è la mafia". "Non ci parlava molto del suo lavoro - ha ricordato la sorella -, sapevamo che era entrata nel servizio scorte ma ci assicurava che si occupava di personaggi non pericolosi. Quando, 2 mesi prima, dopo la strage di Capaci e la morte di Giovanni Falcone (il 23 maggio 1992, ndr), venne chiesto agli agenti chi se la sentiva di rafforzare la scorta di Borsellino, lei accettò, senza dircelo. Quel giorno credevamo fosse fuori servizio. Scoprimmo che era tra le vittime della bomba in via D'Amelio al tg delle 19. Partimmo subito per Palermo, pensando di poterla vedere in ospedale; invece ci portarono in tribunale dove c'erano già le bare chiuse e la camera ardente: la gente applaudiva e noi eravamo storditi. Dopo i funerali di Stato tenemmo quelli di famiglia a Sestu, dove ancora oggi è sepolta in una tomba ricca di acqua e riflessi, che rispecchia la vita".

La sindaca Sara Casanova ha parlato, ieri, del parco Loi, come "fulcro, volutamente al centro delle vie Borsellino, Falcone e Libero Grassi" per ricordare Emanuela come "icona eroica al femminile: consapevole del rischio, non si tirò indietro". "La memoria è un atto vivo, carico di significato, per custodire il valore di quel sacrificio" - ha sottolineato il ministro Guerini. Alla cerimonia anche i deputati Valentina Barzotti e Luigi Augussori, il Prefetto Maurizio Cardona, i vertici provinciali delle forze dell'ordine, tra cui, per la Polizia di Stato, il Questore, Giovanni Di Teodoro, il consigliere regionale Pietro Foroni e il presidente della Provincia Francesco Passerini.